Il sequestro di due petroliere nel golfo di Hormuz fa aumentare di nuovo la tensione con l’Iran

Jeremy Hunt, il 51enne Ministro degli esteri del Regno Unito, ha dichiarato a Sky News: “Siamo assolutamente sicuri che, se questa situazione non verrà risolta rapidamente, ci saranno serie conseguenze”. Poi ha chiarito meglio a cosa si riferisse: “Non stiamo considerando delle opzioni militari, ma stiamo guardando a un’azione diplomatica che ci permetta di risolvere la situazione. Una situazioni che – è qui vogliamo essere molto chiari – deve essere risolta”, ha concluso il Ministro calcando bene la voce su quel ‘deve’ che esprime tutta l’irritazione del governo di sua Maestà nei confronti dell’Iran, dopo che i pasdaran hanno sequestrato due petroliere, di cui una battente bandiera inglese. Indignazione che poi è stata espressa direttamente dal governo con un comunicato stampa, che recita: “Restiamo profondamente preoccupati per le azioni inaccettabili dell’Iran che rappresentano una chiara sfida per la libertà di navigazione internazionale. Siamo comunque in stretto contatto con i nostri partner internazionali e ci saranno ulteriori incontri durante il fine settimana.”  A questa dichiarazione ha fatto eco Donald Trump che ha immediatamente fatto sapere che avrebbe parlato con il governo della Gran Bretagna della delicata situazione e ha ribadito: “L’ho sempre detto: l’Iran porta guai”.

Ma cosa è accaduto davvero? La petroliera battente bandiera britannica ma di proprietà svedese, Stena Impero, 30.000 tonnellate, sarebbe stata dirottata mentre si trovava in acque internazionali nello stretto di Hormuz in rotta verso l’Arabia Saudita. Come mostrano i dati di tracciamento internazionali, a un certo punto la nave modificava la sua rotta e si dirigeva verso l’isola iraniana di Qeshm, dove la Guardia Rivoluzionaria dell’Iran ha un base.  I pasdaran dicono che la nave è stata condotta fino al porto di Bandar Abbas dopo essere stata sequestrata perché entrata in collisione con una barca da pesca iraniana. Il peschereccio stesso avrebbe chiesto aiuto alle autorità informando l’Iran Ports and Maritime Organization che a sua volta avrebbe allertato la Guardia Rivoluzionaria. La nave, secondo i suoi sequestratori, avrebbe spento i suoi transponder e non avrebbe prestato attenzione agli avvertimenti iraniani, costringendo la Guardia Rivoluzionaria ad agire di conseguenza.   Sempre secondo fonti iraniane, i 23 membri dell’equipaggio – indiani, russi, lettoni e filippini – sarebbero rimasti a bordo della nave stessa, in porto. Non si segnalano infortuni né incidenti di sorta.

Diverso il racconto fatto dalla proprietà della Stena Impero. Secondo Stena Bulk e Northern Marine Management, la nave sarebbe stata “avvicinata da piccole imbarcazioni non identificate e almeno da quattro navi iraniane oltre che da un elicottero, durante il transito dello stretto di Hormuz mentre si trovava in acque internazionali”. Lì sarebbe stata bloccata e dirottata in barba a tutte le leggi del mare, con una vera e propria operazione di pirateria.

Altro episodio, che però si sarebbe già risolto, quello toccato alla petroliera Mesdar, battente bandiera liberiana. Fars, l’agenzia di stampa semi-ufficiale iraniana, ha riferito che la nave era stata brevemente bloccata nello stretto di Hormuz dove avrebbe ricevuto un avviso per conformarsi alle normative ambientali prima di poter proseguire sulla sua strada. A questo punto la Mesdar sarebbe tornata in rotta per il porto saudita di Ras Tanura, dove era originariamente diretta. Anche per l’equipaggio di questo natante, pare non ci sia stato nessun problema.

“Questi sequestri sono inaccettabili. È essenziale che la libertà di navigazione sia mantenuta e che tutte le navi possano muoversi in sicurezza e liberamente nella regione “, ha affermato sempre Hunt. Contemporaneamente, il governo britannico ha consigliato alle navi del Regno Unito di evitare quell’area di mare almeno nei prossimi giorni, fino a che la situazione non sia stata chiarita e risolta.

Dando l’idea di una vera e propria rappresaglia, il sequestro delle petroliere è arrivato a poche ore da quando le autorità di Gibilterra hanno annunciato di non voler interrompere il sequestro della petroliera iraniana Grace 1, bloccata dai Royal Marines il 4 luglio scorso , con l’accusa di aver spedito petrolio in Siria, in violazione di un embargo UE. Teheran ha denunciato il sequestro del natante come un atto di pirateria  che dietro alla facciata nasconderebbe un’azione voluta da Washington.

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RK Montanari
RK Montanarihttps://www.lavocedelpatriota.it
Viaggiatrice instancabile, appassionata di fantasy, innamorata della sua Italia.

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