Il Valzer delle accuse tra Joe Biden e Benjamin Netanyahu 

Prevedibile che prima o poi il Presidente americano ed il Premier israeliano si sarebbero scontrati sulle decisioni da prendere nell’odierno conflitto mediorientale. Già da oggi abbiamo avuto la riprova del deterioramento dei rapporti tra USA e Stato ebraico dopo le parole di Joe Biden dirette verso Benjamin Netanyahu: ”non fa abbastanza” per quanto riguarda  l’accordo. Invece gli armamenti inviati dall’America non sono stati anch’essi motivo di supporto e legittimazione delle azioni militari israeliane in territorio palestinese? Ora che tutti iniziano a comprendere il vero volto degli uomini al governo in Israele, anche Sleepy Joe ha deciso di correre ai ripari: in ritardo e con le classiche dimenticanze dovute alla sua ormai avanzata senilità. Certo le sue parole sarebbero state coerenti se gli Stati uniti d’America avessero deciso di agire solo e soltanto diplomaticamente, ma l’impegno nell’esportazione di armamenti verso Israele dimostra tutto il contrario.

Insomma i dem alla fine hanno provato a prendere le distanze allontanandosi dalle opinabili e furiose reazioni di Netanyahu, il quale certamente non poi tanto distante dagli sproloqui, viste le ultime decisioni prese in merito al corridoio di Filadelfia. Per il primo ministro le convinzioni di Biden sarebbero “Sconcertanti e pericolose”, mica come i missili, quelli sono innocui. Affermazioni che fanno accapponare la pelle, specialmente se a fare la morale è un uomo che fino a poco tempo fa si trovava schierato a tutti gli effetti con l’Amministrazione americana.

Adesso il rilancio delle accuse reciproche raggiunge livelli stratosferici, con un Benjamin Netanyahu che prova a dimostrare la sua fiducia nei confronti delle proposte di pace avanzate in passato ma senza poter avvalorare la propria tesi, viste le scelte compiute e gli errori commessi fino a questo momento. La trasparenza non è mai troppa, ma qui sembra non esistere minimamente. Nella disputa, i co-protagonisti dimostrano di essere la perfetta coppia del bue e dell’asino, proprio perché il polimorfismo adottato li rende intercambiabili tra loro.

Se Harris dovesse vincere le prossime elezioni presidenziali di novembre, sarà comunque inevitabile il confronto con le difficoltà e le responsabilità di cui dovrà farsi carico nei mesi successivi: su di lei piomberanno tutte le accuse possibili, soprattutto per aver fatto parte di uno dei peggiori governi che la storia americana possa ricordare fino a questo momento, se non il peggiore.

Ad ogni modo il PM israeliano non è assolutamente disposto a cedere nelle proprie intenzioni, nonostante le proteste del popolo israeliano ormai conscio degli scarsi risultati conseguiti fino a questo momento, nella mediazione sulla restituzione degli ostaggi. Anche il più infimo degli errori rischierebbe di mettere a repentaglio la credibilità della nuova testimone progressista e fino a questo momento non sembra che abbia le capacità necessarie per gestire una situazione simile. 

È altrettanto probabile che la soluzione a questa stagione bellica possa non arrivare in tempi brevi, facendo spazio ad un ciclo catastrofico dal punto di vista geopolitico. Le colpe in questo caso sono sicuramente imputabili alla classe dirigente israeliana, la cui opposizione sembra quasi inesistente. Al contempo non si possono dimenticare tutte le responsabilità dell’America nell’incapacità di mediare per un vero e proprio cambio di rotta: troppo facile tirarsi indietro proprio ora che le cose vanno male, per aggirare un’onta pressoché inevitabile.

Sperare nella soluzione della convivenza tra Israeliani e Palestinesi non costa nulla, sebbene le ultime informazioni reperibili possano indurre a pensare che l’alterco tra Biden e Netanyahu possa essere catalogato nella serie “Due uomini, due fallimenti”.

Gabriele Caramelli
Gabriele Caramelli
Studente universitario di scienze storiche, interessato alla politica già dall’adolescenza. Precedentemente, ha collaborato con alcuni Think Tank italiani online. Fermamente convinto che “La bellezza salverà il mondo”.

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