Il Venezuela torna finalmente al voto: c’è ancora speranza per un futuro all’insegna della libertà?

Si tiene oggi un evento decisivo per il Venezuela, ora al voto per scegliere la prossima guida del paese. A breve sapremo se la popolazione locale riuscirà a liberarsi dal regime di Nicolas Maduro, erede di Chavez e conosciuto per i suoi metodi repressivi.

Sembra che la popolazione venezuelana sappia perfettamente quanto sia necessario sfruttare un evento simile, tanto che la scorsa notte, molti cittadini si sarebbero diretti verso i seggi elettorali per fare la fila in attesa di poter esprimere la preferenza. Spesso nei sistemi democratici e liberali il voto sembra qualcosa di scontato, tanto che alcuni decidono spesso di astenersi e rinunciare. Per una popolazione come quella citata in precedenza, il plebiscito è una necessità fondamentale per cambiare le sorti del proprio paese, un’occasione per scegliere davvero i propri rappresentanti per costruire un’alternativa non opprimente.

Maduro, in occasione di questo evento ha parlato di un eventuale “Bagno di sangue”, evidentemente per spaventare la gente comune, cercando di far piombare il paese nel caos nel momento in cui le urne non dovessero dare i responsi desiderati. I suoi metodi sono noti al pubblico, tanto che l’uso delle forze dell’ordine e dell’esercito viene incanalato anche per la persecuzione degli avversari politici. La propaganda portata avanti dal dittatore venezuelano consiste in un lavaggio del cervello per la sua popolazione, al fine di convincerli che senza di lui il rischio sia quello di vedere uno Stato vittima del caos e senza regole. Un modus operandi che punta ovviamente a scoraggiare tentativi di opposizione, ancor prima di utilizzare altre tattiche repressive.

Il Venezuela vive una crisi dal punto di vista economico, sanitario e scolastico senza precedenti, un effetto diretto delle politiche chaviste che ormai da 25 anni non hanno fatto altro che impoverire le persone, costrette a vivere con poco e senza poter usufruire di servizi fondamentali per un essere umano ai fini del proprio sostentamento. Da qui si comprende quanto sia distopica un’idea di comunismo ripetuta nel tempo, il cambiamento tramite elezioni è necessario per far sì che un popolo acquisisca la propria autodeterminazione, contro chi lo vorrebbe debole, povero ed impotente.

Maduro sarebbe andato a votare poco dopo l’inizio della tornata, dichiarando ai giornalisti che queste elezioni siano state condotte all’insegna della libertà. Menzogne chiaramente, visto che non sono state citate o smentite neppure le intimidazioni condotte nei confronti delle opposte fazioni, ma c’era da aspettarselo.

Tuttavia, non ha molto senso una votazione se il Presidente uscente minaccia di non voler lasciare il proprio posto ad un successore, minacciando – come sopra – di adottare metodi poco ortodossi. Tipico di chi non vuole e non sa perdere, vittima della sua stessa ideologia e del potere che lo portano a commettere azioni truculente ed errori di grande statura. Il raziocinio non appartiene agli uomini assetati di controllo e Maduro è il perfetto esempio di un Capo di stato attento esclusivamente ai suoi interessi e a quelli dei suoi fedeli.

Quando la sconfitta sembra vicina come in questo caso, visto che il candidato Edmundo Gonzalez Urrutia sembra poter contare sul 70% dei voti a favore, l’unico modo per intimidire tutti gli elettori sembra quello di scatenare una becera furia all’interno del paese. Non ci sarebbe da stupirsi se Maduro adottasse simili procedimenti, al contempo non ci meraviglieremmo neppure se qualcuno dovesse contravvenire alle sue volontà. 

La fine del regno di Maduro sembra vicina, ma è molto probabile che la mancata accettazione dei responsi potrebbe condurre il Venezuela verso un’altra legislatura di 6 anni all’insegna del deperimento ed al collasso della società in questione. Triste pensare che uomini come il “Presidente” venezuelano non vogliano riconoscere i propri errori e le pessime azioni, anche quando quest’ultime sono evidenti.

Resta aggiornato

Invalid email address
Promettiamo di non inviarvi spam. È possibile annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.
Gabriele Caramelli
Gabriele Caramelli
Studente universitario di scienze storiche, interessato alla politica già dall’adolescenza. Precedentemente, ha collaborato con alcuni Think Tank italiani online. Fermamente convinto che “La bellezza salverà il mondo”.

1 commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.