“Se venisse lasciata alla libera interpretazione del giudice quale sia una nazione più o meno sicura, potremmo trovarci di fronte a sentenze del tutto contraddittorie, correndo il rischio che alcuni magistrati potrebbero ritenere un paese sicuro e altri no. Per questo occorre che a stabilire quali siano i Paesi sicuri o meno sia lo Stato che gestisce gli arrivi, evitando così di interpretare in modo particolare la sentenza della Corte di giustizia. Infatti, c’è un secondo aspetto che va evidenziato e cioè che ci si deve pronunciare non su un principio generale ed astratto, ma sul fatto se quel migrante effettivamente corra rischi nel momento in cui dovesse essere rimpatriato. Il governo ha dimostrato tutta la sua disponibilità da una parte e fermezza dall’altra, volendo seguire ovviamente quella che è la necessità di poter lavorare sull’immigrazione in modo concreto, evitando che si impedisca a chi non ha i titoli necessari, di rimanere sul territorio nazionale. Stiamo dimostrando chiaramente che il governo Meloni non è cieco e sordo nel momento in cui decide di poter rivedere periodicamente questo elenco, proprio perché se vi dovessero essere situazioni che determinano una condizione per cui quel Paese non sia più considerato sicuro, si possa intervenire ed espungerlo”.
Lo ha dichiarato a TgCom 24 il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, Tommaso Foti.