Immigrazione irregolare e sicurezza vanno di pari passo: bloccare i clandestini è contro la criminalità

Con il Piano Mattei sono state poste le basi per un nuovo dialogo con i Paesi africani per quanto concerne il governo dei flussi migratori. Un dialogo che, a dire il vero, era iniziato già prima della conferenza Italia-Africa tenutasi a Palazzo Madama nelle scorse settimane. L’impegno del governo Meloni era stato quello di costruire dei rapporti dialogici con i Paesi di origine e di transito dei migranti, al fine di gestire al meglio non solo il loro arrivo o la loro distribuzione, ma anche e soprattutto la loro partenza: garantire sviluppo e crescita corrisponde a legare i giovani alle loro terre natie, dare loro un futuro nella loro Patria in difesa del diritto a non emigrare. Gli accordi con i Paesi di transito erano intanto già giunti con il chiaro esempio del Memorandum d’intesa siglato con la Tunisia nel luglio del 2023: un primo accordo con cui l’Italia ha cercato di bloccare lo sciacallaggio dei trafficanti di esseri umani ed evitare la partenza dei migranti dalle coste nord-africane verso una rotta che ha già provocato troppi morti.

Dopo un inizio di 2023 molto delicato, complici contingenze internazionali molto complicate quali le conseguenze del conflitto tra Russia e Ucraina, i colpi di stato nel Sahel, l’instabilità politica nell’Africa del Nord, i primi risultati sono arrivati. Dall’autunno 2023 infatti è partito un trend di costante calo degli sbarchi che poco ha a che fare con l’irrigidimento delle temperature: nel confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente, i numeri parlano di un divario in costante crescita anche nel 2024, con gennaio che ha registrato una diminuzione di più del 50% degli sbarchi rispetto allo stesso periodo del 2023. In generale, dalla Tunisia gli sbarchi sono calati dell’80%: è la riprova, secondo Sara Kelany, deputato di Fratelli d’Italia e responsabile immigrazione di Fratelli d’Italia intervistata da La Verità, che “le azioni che abbiamo compiuto a livello internazionale e che l’Europa sta attuando stanno funzionando”.

Dopo aver preannunciato prossimi accordi sul modello tunisino anche con altri Paesi come l’Egitto e dopo aver preso di buon grado la sentenza della Corte Costituzionale albanese sulla legittimità dell’accordo tra Italia e Albania sulla gestione dei flussi, l’onorevole Kelany, incalzata dal suo interlocutore, ha sottolineato come la correlazione tra immigrazione e sicurezza sia “evidente”, al di là di qualsiasi accusa di “populismo giustizialista” mossa dalle opposizioni alla destra, criticata di parlare per slogan. “Gli irregolari – ha detto Kelany – finiscono più facilmente nelle maglie della criminalità”: i suoi esempi sono sulla mafia nigeriana, che sfrutta i clandestini per prostituzione e spaccio di stupefacenti, ma anche sulla criminalità non organizzata, con furti e stupri maggiormente commessi da migranti irregolari. “Se si dicono queste cose – ha aggiunto Kelany – la sinistra grida alla xenofobia. Non fa bene al Paese nascondersi dietro al buonismo immigrazionista. Dobbiamo andare alla radice del problema. Ecco perché noi diciamo che in Italia o si entra legalmente o non si entra. La sicurezza – ha concluso – parte da qui”.

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