Il Pakistan ha 64.028 casi confermati di coronavirus, e i cristiani sono fra i maggiormente colpiti dalla pandemia, perché il lockdown ha drasticamente ridotto i loro già esigui mezzi di sostentamento, costringendoli a vivere in luoghi angusti e sovraffollati. Molti cristiani sono ordinariamente impiegati come collaboratori domestici, addetti alle pulizie e personale di cucina, esattamente il tipo di lavori maggiormente colpiti dagli effetti del coronavirus. Tanti sono stati licenziati senza preavviso perché le famiglie presso le quali lavoravano ora temono di essere contagiate.
Una situazione drammatica nella quale si innesta una nuova e preoccupante tecnica di violenza e proselitismo, proprio ai danni dei cristiani: religiosi musulmani offrono cibo e aiuti in cambio della conversione forzata all’Islam, sfruttando disperazione, emarginazione e povertà. Tabassum Yousaf, avvocatessa cristiana che si occupa dei casi di discriminazione religiosa a Karachi, ha lanciato l’allarme. «Per i nostri attivisti dei diritti umani, per i politici e per i leader della Chiesa non è il momento di abbassare la guardia», ha detto l’attivista, come riportato da Avvenire. «È una pratica scandalosa e allarmante che va fermata sul nascere», ha confermato all’agenzia Fides il professor Anjum James Paul, presidente della Pakistan Minorities Teachers’ Association. «Ci sono alcune persone che stanno sfruttando il blocco dovuto al Covid-19, e la disperazione creata in tante persone indigenti, per indurre una conversione religiosa all’Islam, operando un ricatto: se vuoi il cibo, diventa musulmano», ha aggiunto.
Non rimane, però, indifferente la solidarietà internazionale. Oltre 5.000 famiglie cristiane pachistane riceveranno, infatti, dalla Fondazione da Aiuto alla Chiesa che Soffre cibo e aiuti di emergenza. Il progetto punta a sostenere in particolare orfani, vedove e disoccupati della capitale Islamabad, di Rawalpindi e delle diocesi di Lahore e Faisalabad. A Faisalabad il programma di emergenza di ACS include l’uso della radio e dei social media per diffondere informazioni utili a difendersi dal rischio del contagio da coronavirus. Ai fedeli presenti nelle chiese verranno distribuite mascherine mentre sacerdoti, religiose, catechisti, staff diocesani e volontari saranno dotati di strumenti di protezione personale. ACS fornirà, inoltre, anche sostegno finanziario a 70 sacerdoti dell’arcidiocesi di Lahore, a 4 del Seminario maggiore ‘Redemptoris Mater’ di Karachi e ad altri 4 del seminario ‘San Francesco Saverio’ di Lahore, attraverso le offerte per le celebrazioni di Messe.