In pandemia decisioni senza basi scientifiche: la Commissione continua a fare luce sul Covid

In un’audizione durata 45 minuti, ieri la commissione d’inchiesta sul Covid ha ascoltato Nino Cartabellotta, presidente di Gimbe, fondazione che durante la pandemia era chiamata a offrire evidenze scientifiche. Dai suoi interventi e da quelli delle altre persone audite, però, si capisce soltanto che l’improvvisazione e l’impreparazione hanno avuto la meglio troppo spesso. Sia riguardo alla chiusura di importanti comparti economici e produttivi, come ad esempio quello sciistico, su cui ha incalzato il senatore della Lega Borghi, sia in merito alle raccomandazioni mediche da seguire, come l’utilizzo del paracetamolo, come richiesto da Alice Buonguerrieri, capogruppo di Fratelli d’Italia all’interno della Commissione. La domanda di fondo: su quale evidenze scientifiche si è deciso?

Sulla prima questione, Cartabellotta ha spiegato che “noi abbiamo avuto una seconda e terza ondata che hanno fatto una quantità d vittime, non avevamo un servizio sanitario resiliente, l’efficacia del lockdown della prima ondata faceva ritenere saggio che attività ricreative come quella sciistica fossero il danno meno importante per l’economia del Paese ma che sicuramente tutelava la salute delle persone”. Evidentemente, senza considerare l’indotto enorme che il settore comporta e sul quale vivono tantissime famiglie delle zone montane. Al quesito posto invece da Alice Buonguerrieri, il presidente di Gimbe ha poi risposto che “durante la prima fase della pandemia non c’erano prove di efficacia di nessun tipo di trattamento quindi la terapia dei malati domiciliari poteva essere fatta soltanto attraverso farmaci sintomatici come paracetamolo piuttosto che fans”. Ma poi, ha detto che “nessuno di questi farmaci era in grado di rallentare la progressione della malattia”. Strano, poi, il pensiero espresso in seguito: “Non possiamo assimilare il concetto di pubblicazione scientifica con quella di evidenza scientifica”, come se servisse l’approvazione “istituzionale” per confermare una valutazione scientifica. Che è un po’ quello che succedeva quando la Chiesa chiedeva a Galileo di ritirare le sue tesi. E pur si muove…

La confusione totale durante la pandemia

Riassume tutto il commento di Buonguerrieri: “Le audizioni avvenute oggi, in commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione Covid, sono state preziose, poiché hanno confermato quanto noi di Fratelli d’Italia sosteniamo da tempo”. In particolare, “il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, ad esempio, ha sottolineato l’impreparazione nella gestione della pandemia. I rappresentanti degli ordini degli psicologi e degli psichiatri hanno ribadito che la salute mentale di diverse persone ha risentito di quel periodo pandemico”. Sono poi intervenute altre associazioni: il Sip (Società italiana di psichiatria), il Cnop (Consiglio nazionale ordine psicologi) e il Sulpl (Sindacato unitario lavoratori Polizia Locale), che ha confermato “la confusione totale che albergava nella gerarchia decisionale durante le fasi di gestione della pandemia. È stato posto l’accento, in particolare, sulle normative restrittive definite ‘cervellotiche’ che gli agenti della polizia locale erano costretti, visto il loro ruolo, a dover far rispettare”. L’esponente della Sulpl intervenuta “ha finanche chiesto scusa ai cittadini per le numerose sanzioni elevate, molte delle quali successivamente annullate per illegittimità. Queste parole dimostrano, ancora una volta, che durante l’emergenza sanitaria gli italiani sono stati vessati da misure che ne limitavano la libertà personale senza fondarsi su solidità scientifica accertata né su basi giuridiche valide”.

L’eredità di Arcuri, FdI promette battaglia

Infine, la nota del parlamentari di Fratelli d’Italia all’interno della commissione, facendo sapere che andranno fino in fondo per scovare la verità sulla questione delle mascherine mai arrivate e sull’eredità di Arcuri che ha portato all’Italia una condanna da 200 milioni di euro: “Sulle teste dei cittadini italiani pendono oltre 200 milioni di euro da dover risarcire a un’azienda privata, la Jc Electronics, a causa dell’annullamento, dichiarato illegittimo, di un contratto per la fornitura di mascherine in piena emergenza Covid da parte dell’allora struttura commissariale presieduta da Domenico Arcuri, nominato dal Governo Conte. È quanto ha stabilito nelle scorse settimane il Tribunale di Roma. Fratelli d’Italia vuole sapere se, mentre morivano innocenti, qualcuno lucrava sulla pandemia ai danni dello Stato e insiste sulla richiesta di udizione urgente dei rappresentanti dell’azienda per approfondire la vicenda, su cui va fatta immediata chiarezza. I cittadini italiani hanno diritto di conoscere la verità su quanto accaduto, nello specifico sulle gravi conseguenze economiche di certe scelte”.

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