Prima delle elezioni entrambi i maggiori blocchi in parlamento, quello socialdemocratico (attualmente al governo) guidato dal primo ministro uscente Stefan Lofven e quello di centrodestra, avevano detto che non avrebbero stretto alleanze con la destra anti-immigrati.
Tuttavia leader del centrodestra svedese Ulf Kristersson ha detto ai suoi sostenitori che si attende un mandato per formare un nuovo governo e che il primo ministro uscente Stefan Lofven dovrebbe dimettersi. L’alleanza di opposizione in parlamento – ha detto – “è chiaramente la più ampia e il governo deve andarsene”. “Abbiamo vinto il primo round per formare un nuovo esecutivo”, ha aggiunto.
Intanto la destra sovranista svedese avanza. Quando è stato scrutinato oltre il 90% dei voti, il partito definito anti-immigrati degli Svedesi Democratici raggiunge il 17,7% (+4,7% rispetto al 2014). Il primo partito resta quello dei Socialdemocratici con il 28,3%, temperando la debacle che gli assegnavano i primi exit poll. I Moderati si attestano al 19,7%, seconda forza, mentre quel che appare certa è l’affermazione dei piccoli partiti. In primis gli ex comunisti, Sinistra, che si sono aggiudicati l’8%.
La destra anti-UE è quindi il partito che ha registrato il principale balzo rispetto al 2014 nei consensi, progredendo del 4,7%, praticamente tutto a discapito del 3,5% perso dai Moderati. Il boom ha coinciso con l’apertura delle frontiere ai migranti nel 2015, quando la Svezia accolse ben 600.000 profughi su una popolazione di appena 10 milioni di abitanti, scatenando le ire di svariate comunità locali, vista anche la crisi abitativa che tale fenomeno ha aggravato.