“Noi italiani non siamo capaci di fare le guerre, facciamo cagarissimo a combattere”. È la frase incriminata, quella pronunciata da Luciana Littizzetto alcuni giorni fa nel salotto di Fabio Fazio, a Che Tempo Che Fa, sul Nove. Si parlava di guerra in Ucraina e di un possibile invio di contingente europeo e italiano a Kiev. Giorgia Meloni e il governo tutto hanno subito espresso la loro contrarietà a tale proposta, avanzata in particolare da Francia e Inghilterra. Ci esporrebbe a un rischio massimo – essere attacchi dalla Russia e dunque entrare in guerra – senza però dare le necessarie garanzie di sicurezza all’Ucraina. La Littizzetto però ha dato una sua versione che fin da subito è stata giudicata offensiva nei confronti dei nostri militari che ogni giorno si impegnano a garantire la pace e la sicurezza sul nostro territorio, in un periodo storico in cui la guerra non è fatta soltanto di trincee e armi, ma si combatte ogni giorno, contro possibili attacchi cibernetici e contro gli attacchi delle guerre ibride.
Una frase che le è costata anche una querela, presentata da Pasquale Trabucco, Tenente dell’esercito italiano e Presidente del Comitato per il 4 Novembre, presso il Tribunale di Milano. “Ho preso questa decisione – ha dichiarato – perché penso che certe cose non vadano toccate. Intendo la dignità dei nostri uomini in divisa. Come Comitato per il ripristino della Festività del 4 Novembre l’ho ritenuto un atto simbolico necessario per i nostri caduti in battaglia”. Trabucco fa alcuni nomi: “Ad esempio Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo ufficiale italiano, comandante del Fronte Militare Clandestino, martire alle Fosse Ardeatine e Medaglia d’oro al valor militare alla memoria. Mi riferisco non solo ai nostri soldati, ma anche ad esempio ai Partigiani della Resistenza. Ovviamente sono disposto a ritirare la querela in caso di pubbliche scuse”.
Scuse che per ora mancano. Anche perché le parole di Littizzetto non si sono fermate alla frase prima citata, diventata subito virale. Nel suo monologo, l’attrice ha elencato una serie di disfatte italiane in guerra: “Se sfogli i libri di storia – recitava indirizzando le parole alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen – sono più le volte che abbiamo perso di quelle che abbiamo vinto, Ursula. E Caporetto, e la Campagna di Grecia, e la campagna di Russia, senza contare la Seconda Guerra Mondiale dove sono morti più di 600.000 italiani. Ursula, ti faccio vedere uno dei nostri generali, eccolo qua” ha poi aggiunto, mostrando una foto di Roberto Vannacci.
Un monologo canzonatorio nei confronti dei nostri militari. E il fato, che a volte è proprio bastardo, ha voluto che durante i violenti acquazzoni che hanno colpito le città toscane nei giorni successivi, siano diventate virali le immagini di militari e agenti delle forze dell’ordine che aiutavano e traevano in salvo persone in difficoltà, rinchiuse nelle loro case circondate dall’acqua e dal fango. Ma, andando a ritroso nel tempo, ci sarebbero ancora moltissimi esempio virtuosi di militari italiani, anche durante i conflitti mondiali. Le parole di Littizzetto, dunque, sono risultate fuori luogo e irrispettose verso chi, ogni giorno, ci permette di fruire pienamente della nostra democrazia, consentendo anche a certi pseudo-intellettuali di andare in televisione e perdersi nei loro sproloqui.