“Le accuse che arrivano dall’Olanda su presunte sovvenzioni della Commissione Europea a gruppi ambientalisti per sostenere le riforme green dell’ex commissario Frans Timmermans sono gravi e mi auguro possano venire smentite al più presto. Quel che è certo però è che per anni la propaganda pseudo-ambientalista ha promosso le politiche verdi europee che nulla hanno a che fare con la reale tutela dell’ambiente, sostenendo iniziative pericolose per l’economia e per i cittadini – dalla gestione dei grandi predatori all’obbligo sulle auto elettriche, fino alle case green o al ‘ripristino della natura’ – e sfruttando una comunicazione che ha avuto come bersaglio gli agricoltori, primi difensori dell’ambiente. Sarebbe gravissimo se tutto questo fosse stato fatto con una precisa scelta politica e con fondi pubblici”. Così il senatore di Fratelli d’Italia, Luca De Carlo, presidente della IX Commissione Senato – Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare, commenta il “Timmermans gate”.
“Da anni, Fratelli d’Italia denuncia come questa pericolosa deriva pseudo-green non fosse solo dannosa, ma fosse anche spinta da qualcuno che aveva precisi interessi”, continua De Carlo. “Fortunatamente, come nazione non ci siamo fatti contagiare da questa malsana visione, anzi: il Governo Meloni ha fin da subito creduto ed investito nel settore primario, portando a quegli straordinari risultati ben raccontati dai numeri diffusi ieri dall’Istat, che parla di un +9% in un anno nel conto economico, con 42,4 miliardi di euro che la pongono al vertice delle classifiche europee”. “Per fortuna, le elezioni europee dello scorso anno hanno permesso all’Unione di voltare pagina: grazie all’Italia, l’Europa sta cambiando, e sta cambiando il suo atteggiamento verso l’agricoltura, vista non più come grande inquinatrice ma come settore economico fondamentale per sfamare un continente che deve scontrarsi con conflitti, dazi e rincari a livello globale”, conclude De Carlo.
“Cambia la visione, ma è necessario cambiare anche la comunicazione, il modo di raccontare l’agricoltura di oggi, e a farlo non possono essere le lobby di chi ci racconta dal divano quanto brutte sono le mucche nelle stalle o quanto importante è lasciare liberi di girare per i nostri borghi montani lupi e orsi; a raccontare il settore primario devono essere gli stessi agricoltori, quelli che lavorano su tecnologia, innovazione, ricerca, tradizione e rispetto dell’ambiente. Una piccola parte in questa che è una vera e propria rivoluzione culturale nella comunicazione di questi anni la vogliamo fare anche noi, con il ciclo di incontri di ‘Comunicare l’agricoltura’ che presenteremo tra pochi giorni a Roma, al Ministero dell’Agricoltura”.