Inchiesta ultrà, Emis Killa indagato per associazione a delinquere rinuncia a Sanremo

Il rapper iscritto nel registro degli indagati per i rapporti stretti con i capi della curva del Milan che a loro volta hanno legami con la ‘ndrangheta

Nell’inchiesta “Doppia curva” della procura di Milano che ha decapitato i capi ultras delle curve di Inter e Milan, e portato a 19 misure cautelari, ci finisce anche il rapper Emis Killa: avviso di garanzia per associazione a delinquere e tre anni di daspo che gli vieterà di accedere agli stadi. I poliziotti del reparto mobile, lo scorso 30 settembre, avevano perquisito la casa dell’artista a Vimercate, in provincia di Milano, trovando taser, tirapugni, coltelli, uno sfollagente e 40mila euro in contanti. Ora però Emiliano Rudolf Giambelli è stato iscritto nel registro degli indagati e per questo ha annunciato, tramite Instagram, la rinuncia al festival di Sanremo: “Apprendo oggi dai giornali che sono indagato (a me è stato notificato esclusivamente il daspo, che è un atto amministrativo e non penale) e se questo corrisponderà al vero sarà importante che l’indagine faccia il suo corso e la magistratura possa lavorare in serenità senza polemiche o pressioni e circhi mediatici. Dopo 15 anni di carriera ero felice di affrontare il mio primo Sanremo. Ringrazio Carlo Conti per avermi voluto ma preferisco fare un passo indietro e non partecipare”. Emis Killa è stato coinvolto nell’inchiesta ultrà per il legame stretto con il capo della curva del Milan Luca Lucci detto “La Belva”, attualmente in carcere per narcotraffico e tentato omicidio, vanta anche rapporti molto intimi con i Barbaro-Papalia, cosca di ‘ndrangheta di Platì.

Il rapper è stato coinvolto in un pestaggio ad uno steward allo stadio Meazza durante Milan-Roma dell’11 aprile ed è stato visto in compagnia di altri ultrà durante un’altra aggressione a uno steward. È anche socio in affari con Fabiano Capuzzo, membro della Curva Sud arrestato, nella barberia “Italian Ink” a Monza, considerata una cassaforte di Lucci che ha creato un impero nel milanese fatto di negozi di merchandising, di barberie e negozi di tatuaggi. Il 26 dicembre 2022 il cantante è stato fotografato durante una cena di Natale a casa di Lucci, circondato da altri ultrà con legami criminali (Islam Hagag, Luciano Romano, Rosario Calabria e Daniele Cataldo, accusato di essere l’esecutore materiale del tentato omicidio di Anghinelli, su mandato di Luca Lucci). Queste connessioni sono ulteriormente evidenziate dalle sue frequentazioni durante eventi e incontri pubblici, dove spesso è circondato da individui legati alle cosche calabresi e fungono da guardie del corpo. 

Proprio la ‘ndrangheta ha messo radici in Lombardia, come scoperto dall’inchiesta “Hydra” che ha rilevato l’alleanza tra camorra, cosa nostra e ‘ndrangheta al Nord, e si è impossessata del business degli stadi: vendita dei biglietti “regalati” dalle stesse società calcistiche (al momento considerate parte lesa nell’inchiesta “Doppia curva” perché messe sotto ricatto dagli ultras), del merchandising di Inter e Milan, del cibo, delle bevande dentro e fuori San Siro e dei parcheggi (utilizzati sia per le partite sia per i concerti). Nell’affare parcheggi entrano in gioco i concerti e quindi i cantanti, tramite la creazione di società di organizzazioni eventi gestite da Lucci in collaborazione con le cosche calabresi che si occupavano dei concerti in tutta Italia, in particolare in Calabria. I contatti tra mafiosi, ultras, società calcistiche e rapper stanno venendo fuori grazie al lavoro dei pm che stanno scoperchiando il vaso di Pandora, Killa potrebbe essere solo il primo.

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Alessandro Guidolin
Alessandro Guidolin
Classe 1997, piemontese trapiantato a Roma. Laureato in giurisprudenza, appassionato di politica e comunicazione. “Crederci sempre arrendersi mai”

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