In Italia siamo ben abituati a leggi elettorali che non sbrigano il loro compito al meglio. Ma quella che ha regolato le ultime votazioni in Francia, ha forse dell’incredibile perché – notizia passata in sordina soprattutto tra la stampa progressista – guardando il totale dei consensi, si può notare che il Rassemblement National, classificatosi come terzo partito, ha ottenuto circa 3 milioni di voti in più sia sul Nuovo Fronte Popolare sia su Ensemble. Lungi da noi criticare una legge elettorale scelta democraticamente dall’Assemblea francese, certo contestabile è un modus operandi – che potremmo quasi definire “all’italiana” per la sua frequente (ma altrettanto fallimentare) esecuzione qui da noi – che in realtà accomuna un po’ tutte le sinistre nel mondo, da quelle più liberali a quelle più radicali: allearsi, fare fronte comune con partiti distanti ideologicamente anni luce, al solo scopo di fermare la destra, a costo di condannare il proprio Paese all’ingovernabilità, proprio come succede spesso in Italia e come sta succedendo adesso in Francia.
Sinistra senza riferimenti
Tuttavia, c’è un dato, che si aggiunge a tutti quei motivi per i quali la sinistra italiana non dovrebbe festeggiare la vittoria dei cugini francesi. Uno su tutti, per il fatto che la sinistra ha vinto in Francia, e non Italia, dove manca una sua vittoria dal lontano 2006 (e malgrado ciò è quasi sempre riuscita ad andare al governo senza il consenso dei cittadini). O ancora per il fatto che la vittoria in Francia non aprirà nessuna nuova era per la sinistra, visto che in Italia si tornerà a votare fra tre anni e che non v’è alcuna crisi di governo nei paraggi. La sinistra italiana appare infatti in confusione totale, festeggia le vittorie altrui. Le festeggia non solo se ha vinto la sinistra, ma soprattutto se è stata sconfitta la destra: è stata capace di festeggiare in pochi giorni sia la vittoria nel Regno Unito del laburista Keir Starmer, sia quella in Francia di Jean-Luc Melenchon. Che tra loro non c’entrano sostanzialmente nulla. Segno inequivocabile che la sinistra italiana è riuscita a perdere tutti i suoi riferimenti. Ma quello che sfugge ai progressisti nostrani è che la vera vittoria in Francia non è del Nuovo Fronte Popolare, ma di Macron che, dato già da tempo per spacciato, è il vero ideatore, da liberale comunque più vicino alla sinistra di quanto non lo sia lala destra, dell’accordo elettorale con Melenchon. I sinistri nostrani, dunque, dovrebbero festeggiare Macron e chissà se, una volta compreso il suo giochetto, il loro entusiasmo non passerà su di lui, in un gioco di travestimenti e trasformisti caro a quelle schiere.
Frange estreme contro la destra
Per ora, però, i vari Conte, Schlein, Fratoianni, sono felici di festeggiare Melenchon, compagno che più compagno non si può. Descritto come antisemita e filo-putiniano, è uno di quelli che ha ben compreso i fenomeni odierni. È l’emblema di come la sinistra estrema, non più classica e ortodossa, bolscevica, giochi senza alcuna prudenza sulle derive di oggigiorno, da quelle ultra-immigrazioniste a quelle woke, per mero tornaconto elettorale. Ed è una strategia che funziona, quella di parlare male di Israele, non condannare mai Hamas e strizzare l’occhio a veli, kefiah, burqa e potenziali fondamentalisti: la percentuale di musulmani francesi che ha scelto France insoumise negli anni è andata via via alzandosi, fino ad arrivare all’odierno 80%. Lì in Francia, dunque, il voto della parte musulmana è diventato decisivo e Melenchon ha deciso di sfruttarlo, con un cambiamento di registro nei suoi confronti che qualcuno ha già fatto notare. Si tratta dunque di puro tornaconto elettorale, aizzare la folla contro le destre. Così i democraticissimi sinistri, nella loro strana concezione di democrazia, imbrattano monumenti, danno fuoco agli arredi urbani e scendono in piazza se la destra è avanti nelle proiezioni. Questo modello festeggiato dai dem nostrani è forse quello da importare qui in Italia? Fomentare odio e violenze, gettare benzina sul malcontento (da loro creato), avvicinarsi alle fasce più estremiste e antagoniste, è secondo Schlein e compagni vari la loro soluzione per sconfiggere la destra di Giorgia Meloni? Per fortuna, gli italiani hanno compreso già da tempo certi giochetti.