Il presidente siriano Bashar al-Assad, dopo essere succeduto al padre Hafiz al-Assad, morto nel 2000 per un infarto, ed avere mantenuto il potere per 24 anni, è costretto oggi a lasciare, probabilmente in maniera definitiva. La sorte di Assad non è ancora nota e si parla sia di una fuga in Russia, Paese che ha sempre protetto in qualche modo il regime di Damasco, che addirittura di una già avvenuta morte, a bordo di un presunto aereo sparito dai radar. Prima o poi conosceremo il destino personale del leader siriano, ma è sicura la conclusione forzata del suo ultraventennale dominio politico in Siria dove, a dire il vero, si combatte una guerra civile dal 2011. Il confronto militare, accesosi appunto tredici anni fa, fra l’esercito fedele ad Assad e una miriade di gruppi armati, islamisti, ma anche cristiani e curdi, sembrava però congelato da tempo con la ripresa del controllo territoriale da parte delle truppe del presidente.
Tuttavia, da una decina di giorni, cogliendo un po’ di sorpresa il mondo, sono apparse schiere di non meglio identificati ribelli siriani che rapidamente si sono impossessate delle principali città del Paese, (Aleppo, Hama, Homs), sino a prendere in mano la capitale Damasco e a provocare la caduta politica di Assad. La reazione dell’esercito governativo è stata piuttosto blanda e le forze russe presenti sul campo, (la Russia ha basi militari in Siria), hanno attuato una forma soft di difesa. Bashar al-Assad, è giusto ricordarlo, sostituì il padre appena scomparso nel 2000 e si diede subito l’obiettivo di normalizzare le relazioni con Israele, e di fatto con l’Occidente, ma siccome la Storia va avanti a contraddizioni e spesso capitano i fatti meno auspicabili, l’ormai ex uomo forte di Damasco è divenuto poi una pedina della Russia di Vladimir Putin e dell’Iran degli ayatollah. Vi possono essere state valutazioni tragicamente errate fatte proprie da Assad, però non possono essere esclusi nemmeno degli errori occidentali che hanno spinto fra le braccia di Putin e delle barbe fondamentaliste iraniane un presidente, che non era certo un campione di democrazia e liberalismo, ma rappresentava una politica più illuminata rispetto ad altri protagonisti mediorientali o perlomeno avrebbe voluto fare qualcosa di meglio di altri presidenti-dittatori del mondo arabo.
La Siria degli Assad, padre e figlio, nonostante la comune identità politica costituita dal partito Baath, socialista e nazionalista, presente sia a Damasco che a Baghdad, fu sempre ostile alle mire dell’Iraq di Saddam Hussein. A livello contemporaneo, Bashar al-Assad era comunque un uomo di Putin e della teocrazia iraniana, quindi è naturale che la sua fine politica sia uno smacco per Mosca e Teheran, troppo impegnata la prima nel conflitto in Ucraina e troppo concentrata la seconda nella partita contro Israele, per riuscire a proteggere Assad in modo sufficiente. La domanda, che molti commentatori occidentali si sono posti, è: ma chi sono questi cosiddetti ribelli siriani? Si tratta soprattutto di islamisti radicali sunniti e di jihadisti. Il gruppo più potente è l’HTS, Hayat Tahrir al-Sham, e poi compare l’Esercito nazionale siriano, che, al di là della denominazione, non ha a che fare con le Forze Armate pro-Assad ed è composto da militanti finanziati dalla Turchia. L’HTS ha le proprie origini in Al-Qaeda ed è tuttora considerato gruppo terroristico da USA e ONU, anche se, così giurano i suoi leader a cominciare da Abu Muhammad Jolani, che sta provando ad accreditarsi presso i governi del mondo, il cordone ombelicale con l’organizzazione fondata da Osama Bin Laden sarebbe stato tagliato da tempo.
Gli insorti siriani punterebbero ad un jihadismo pragmatico ed assicurano di non volere fare alcun male ai non musulmani, ai cristiani e ai curdi, presenti questi ultimi con milizie loro, forse le più rassicuranti all’interno del caos siriano, sostenute da Washington. In effetti, i ribelli si sono recati ad Aleppo presso i Vescovi cattolici al fine di tranquillizzare circa la loro buonafede, ma non è facile avere fiducia in chi è nato e cresciuto in Al-Qaeda, ed alimenta dubbi la manina infilata nella crisi in Siria dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che non è più santo di Bashar al-Assad.
Da quelle parti, dove dialogo e diplomazia non sono parole ma armi, e dove la comunicazione più efficace è fatta con i missili, Israele ha detto la sua, usando un linguaggio che fosse comprensibile. Chissà che per un pò abbiano capito la voglia non dico di pace ma di una tregua. Speriamo lunga. altrimenti si dovrà ricorrere di nuovo alla diplomazia non tradizionale.
Nella foto sopra è visibile un tipico mezzo di comunicazione
Un ottimista è un pessimista male informato. Per mia natura sono sempre pessimista per poi, raramente, ricredermi perché è andato tutto bene. Nella fattispecie, non riesco a togliermelo dalla testa, “11 settembre 1683”, “11 settembre 2001”, “11 settembre 202?”. Non sono molto d’accordo sul fatto che la storia non si ripeta o, come dice la Mannoia, non deve ripetersi, io direi che non dovrebbe ripetersi, ma, purtroppo, lo farà. Peraltro è colpa nostra, crociate e inquisizione non fanno parte della Shari’a!
Non so, certo un qaedista (lui dice “ex qaedista”…) che diventa manu militari capo di Stato non è una bella notizia.
Ma di belle notizie dal medio oriente è molto che non ne abbiamo.
Dobbiamo ricordarle?
Assad era uno dei findatori del partito Bath, nazional socialista (un termine che in Europa ha sinistra memoria…) ma laico.
Come Saddam. Che da laico ha cercato di sterminare i Curdi. Chissà perchè ce l’hanno tutti con i Curdi. Erdogan, gli Ayatollah iraniani, i quaedisti. I Curdi sono gli unici che mi sono simpatici. Sono attualmente moderatamente difesi dagli americani, non so per quale alchimia della sorte, chissà che ne pensa Trump, li vedo appesi a un filo.
Il medio oriente è ancora erede dello scempio fatto dagli inglesi, che dopo il crollo dell’impero ottomano hanno tracciato confini e inventato Stati polveriere di conflitti interni e facile preda di incursioni esterne.
La Siria, come tutto il medio oriente, è Paese multiculturale, il che è già un fatto problematico, come il Libano, come l’Iraq, come una volta la Palestina. Musulmani sciiti, musulmani sunniti, ebrei (non più…), cristiani (per quanto ancora?).
Sarebbe un sogno che questa multiculturalità potesse rivivere, in Bosnia non lo è stato, dopo una guerra civile è difficile che le parti si riconcilino.
La sconfitta di Assad non è una sconfitta del Bath, perchè Bath era già morto, essendo un movimento che ha generato solo dittature senza visione politica.
E’ una sconfitta di Putin, della sua visione imperiale espansionista. Putin ha avuto gli occhi più grandi della pancia, la guerra in Ucreina gli ha tolto la forza di espandersi in Africa e nel medio oriente.
Sarà un ritorno dell’impero ottomano? Mah! La storia non si ripete mai, e, se lo fa, lo fa passando dalla tragedia alla farsa.
Mi auguro sia solo l’inizio.
Ma la speranza è l’ultima a morire. Dopo la visita del nuovo padrone della Siria al Vescovo siriano, nella quale sembra abbia assicurato pacifica convivenza, posso esprimere una preghiera che ciò avvenga, e che alla martoriata popolazione siriana sia dato un momento di pace?
E’ difficile crederci; bisogna vedere cosa faranno gli USA, che hanno forze militari e interessi economici nella regione. I russi hanno basi militari importanti, ma non hanno potuto fare nulla. Resteranno?
Giorgia, se non dai tu una linea all’Europa, che è sempre una grande potenza economica, temo che non faremo nulla nemmeno noi europei.
Mi verrebbe da dire, se fossi credente, che mi affido alla Provvidenza.
Con affetto
Alessandro
Ma signori! Era già tutto previsto. Questo è l’inizio del Grande Califfato Unito d’Europa. Ma, direte voi, Abu Mohammed al-Jolani è così accattivante! Certo, come tutti gli psicopatici, ma avete visto gli occhi… . “il suo nome detto questa notte mette già paura” direbbe Lucio Dalla. Avete presente dov’è il GOLAN? Certo, non può annoverare fra i suoi amici Iran e Russia, non ha capacità militari in grado di preoccupare Israele e men che meno l’occidente. Se si mettesse adesso a minacciare, sarebbe un imbecille, dategli il tempo di organizzare la guerra santa contro l’occidente, perbacco! Lui ha un’arma anche superiore a quella atomica, quale? Ma non l’avete ancora capito? L’odio dell’Islam contro l’occidente e il suo baluardo (Israele). E la Palestina? E’ solo un pretesto, sarà spazzata via assieme ad Israele. ProPal svegliatevi!!!