“Due anni fa, a Teheran, Mahsa Amini venne picchiata a morte dalle Guardie della moralità, la sua colpa era quella di avere una ciocca di capelli scomposta, non coperta dal velo. Da allora in Iran il popolo protesta – rischiando costantemente la vita – nel nome di Mahsa, nel nome della libertà, dei diritti e della democrazia. La repressione degli Ayatollah, mossi dall’odio e dal fanatismo religioso, non si è purtroppo fermata ma oggi, rispetto a due anni fa, l’indignazione e la consapevolezza di tali atrocità sembrano finalmente unire la comunità internazionale nella totale condanna del regime. Voci come il premio Nobel per la pace Narges Mohammadi smuovono le nostre coscienze, proposte come il Piano in 10 punti per un Iran libero della Presidente-eletta del Consiglio Nazionale della Resistenza Maryam Rajavi ci indicano la strada verso la democrazia, richiesta a gran voce dal popolo iraniano. Le conclusioni, poi, del Relatore speciale ONU sui diritti umani in Iran Rehman invitano tutti noi a farci parti attiva nelle sedi internazionali per porre fine sia alla violenza sia all’impunità dei funzionari responsabili – ieri e oggi – di atrocità inaudite. Nel suo ultimo rapporto, Rehman rivela infatti i crimini, contro l’umanità e di genocidio, del biennio 1981-1982 e dei massacri del 1988, dove 30000 oppositori politici, in maggioranza appartenenti al Movimento di opposizione del MEK/PMOI, vennero torturati e uccisi. È ora che la giustizia internazionale raccolga tali evidenze e che le responsabilità degli autori di tali atrocità siano accertate così come è il momento che, in ogni sede multilaterale, si intraprenda una politica decisa affinché il diritto internazionale trovi applicazione piena in Iran. Non è più rinviabile l’inserimento del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC) tra le organizzazioni terroristiche, considerato anche il ruolo primario dell’Iran nel conflitto in atto in Medio Oriente. Tale misura è da tempo richiesta con insistenza dal Parlamento europeo – che ne ha ribadito la necessità anche nella Risoluzione del 25 aprile scorso sull’attacco senza precedenti dell’Iran contro Israele – e da altri Parlamenti nazionali, nonché da influenti personalità sempre più preoccupate del ruolo dell’IRGC nel sostegno del terrorismo di Hamas, Hezbollah, Jihad Palestinese e Houthi”.
Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia, Giulio Terzi di Sant’Agata, presidente della commissione Politiche Ue di Palazzo Madama.