Ires, natalità, università: le ultime novità nella manovra 2025

Tante novità in questa manovra di bilancio, il cui iter di approvazione sta volgendo al termine: la conclusione è prevista per il 28 dicembre. E almeno quest’anno non abbiamo sentito la sinistra incolpare l’esecutivo di essere in ritardo e di invocare lo spauracchio dell’esercizio provvisorio. Ma c’è ancora tempo per rimediare…

In ogni caso, al di là di facili e ripetitivi slogan che si sentono al momento dell’approvazione di ogni manovra di bilancio, sono davvero poche le possibili lamentele della sinistra. Soprattutto perché, senza prevedere degli aumenti alle tasse e in una situazione complicata di finanza pubblica, il governo è riuscito non solo a confermare le misure degli scorsi anni, una su tutte il taglio del cuneo fiscale, ma nelle ultime settimane ha anche apportato degli miglioramenti non da poco. Come ad esempio l’Ires premiale, uno sconto di quattro punti percentuali (dal 24% al 20%) per gli imprenditori che scelgono di reinvestire nella propria attività. Un modo per favorire gli investimenti, un modo per aiutare artigiani e commercianti che continuano a resistere nelle loro città, che continuano a scegliere l’Italia e a creare lavoro nella propria Nazione.

Ma sono ancora tante novità e le migliorie apportate a una manovra che era già difficile migliorare. Si prevede, ad esempio, un allargamento dei beneficiari e degli importi dell’Assegno di Inclusione, la misura che ha sostituito (in meglio, perché fare peggio era difficile) il Reddito di Cittadinanza, riservandola soltanto a chi non può lavorare. Più beneficiari e importi più alti senza modificare la spesa, senza chiedere altri sacrifici ai cittadini. Grandi aiuti, poi, per la natalità: i nuovi nati, alla loro nascita, potranno arrivare a ottenere dallo Stato fino a circa 5mila euro, 7mila se hanno fratelli o sorelle. Una somma che comprende le prime 15 mensilità di assegno unico universale, che viene riconosciuto già dal settimo mese di gravidanza. Poi la nuova misura, una tantum, inserita nella legge di bilancio che destina 1000 euro per le nuove nascite per le famiglie con Isee inferiore ai 40mila euro. L’assegno unico, poi, subisce un ricco aumento: un aumento del 50% per il primo anno di vita, con un ulteriore crescita fino ai tre anni del beneficiario se questi ha altri due fratelli. Con l’ennesima novità: la percezione dell’assegno unico non rientra nel computo dell’Isee familiare. “Con la Legge di bilancio 2025 – ha detto la premier Giorgia Meloni –, proseguiamo sulla strada del sostegno alla natalità. Dopo aver aumentato del 50% l’assegno unico per il primo anno di vita del neonato, introduciamo un bonus di mille euro destinato ai nati nel 2025. Una dote complessiva che, per i nuclei familiari con ISEE più bassa, raggiunge i 5.540 euro nell’arco del primo anno e che sale fino a 7.000 euro dal terzo figlio in poi. Continuiamo a mantenere gli impegni che abbiamo preso con gli italiani”.

Poi le novità per gli specializzandi di area sanitaria: verranno abolite le incompatibilità lavorative, con la previsione di un aumento di stipendi a partire dal 2026 e borse di studio per specializzandi non medici di 500 euro al mese. E ancora le azioni positive in fatto di agricoltura: “10 miliardi di euro in poco più di due anni – ha detto Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste –: nessun Governo prima d’ora ha mai investito così tante risorse nel settore primario. Un dato che testimonia quanto per il Governo Meloni l’agricoltura, la pesca e l’allevamento siano asset strategici, imprescindibili per il futuro della Nazione”.

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