Irresponsabilità sinistra: urlare al fascismo danneggia l’Italia all’estero

Probabilmente il problema più rilevante del fatto che qui in Italia si urli con estrema facilità alla deriva autoritaria, è che all’estero ci credono veramente. Ed è l’Italia tutta a farne le spese, non facendo una bellissima figura all’interno dei consessi internazionali. Perché parliamoci chiaro: gli italiani hanno imparato bene la cantilena della sinistra, per la quale, da quando Giorgia Meloni è salita a Palazzo Chigi nell’ottobre del 2022 (ma in realtà già da prima), ogni scusa è buona per urlare al ritorno del fascismo. Fazio lascia la Rai perché il Nove gli ha offerto un contratto molto più redditizio? Censura! La Annunziata se ne va da viale Mazzini sperando in una candidatura al Parlamento europeo? Bavaglio! Scurati viene rifiutato per aver richiesto 1800 euro per attaccare il classico pippone sull’antifascismo? Svolta autoritaria! Gli italiani hanno capito la retorica dei dem, che infatti da un po’ di tempo non riescono ad andare alla ribalta né alle urne né nei sondaggi, costantemente intorno al 19%, dimezzato il consenso del periodo di segreteria di Renzi, e sotto di circa 10 punti percentuali da Fratelli d’Italia. Insomma, i cittadini hanno ben compreso che, oltre all’antifascismo, da sinistra non arriva nessuna proposta utile o prolifica.

Meloni attacca: “La Nazione non fa una bella figura”

Il problema, tuttavia, è che questo comportamento non proprio leale assunto da alcuni partiti di sinistra e da certo giornalismo, non fa bene all’Italia, avendo implicazioni sulla percezione della nostra Nazione nei confronti dei leader stranieri. “Questi racconti rimbalzano all’estero – aveva infatti detto Giorgia Meloni a margine dell’ultimo Consiglio europeo in merito ad altri casi simili montati dalla sinistra, quali quello sulla par condicio, smontato dall’Agcom, o quello sul carcere ai giornalisti. “Non credo che ci facciamo, complessivamente come Nazione, una bella figura. Dopodiché – ha aggiunto la premier –  quando le cose si fanno male giusto ed è normale che si critichino. Ma che si inventino per poterle criticare, francamente non mi sembra un buon servizio”.

Follia dei Verdi: portano la questione Scurati al Parlamento europeo

È questo il motivo per il quale portare alle Istituzioni europee la questione, anche questa totalmente inventata dalla sinistra, su Antonio Scurati e su una presunta censura da parte della Rai al suo monologo, non sembra essere stata una bellissima idea. Ci ha pensato però il solito Angelo Bonelli, leader dei Verdi, che ha espresso la volontà di “presentare un esposto alla Commissione Ue sull’ingerenza del governo finalizzata alla censura e al controllo dei media per violazione del Media Freedom Act”. Il problema è che, come detto, se gli italiani capiscono dov’è il marcio, gli stranieri ci cascano. E infatti una europarlamentare tedesca appartenente ancora al gruppo dei Verdi, Terry Reintke, ha pronunciato all’ultima seduta del Parlamento europeo un discorso in cui si è espressa contraria alla presunta censura del governo italiano. Ne ha parlato anche il Financial Times, scrivendo che “la polemica – che si inserisce in un contesto di tensioni più ampie sull’emittente di Stato – ha portato un’attenzione pubblica significativa su un discorso che altrimenti di attenzione ne avrebbe attirata poca”. Insomma, si tratta di piccolo quanto esilarante richiamo ai bassi ascolti di Chesarà, il programma nel quale Scurati era stato chiamato a intervenire, che ha ottenuto grande pubblicità dal fattaccio creato dalla sinistra.

Ma l’Italia resta forte in Europa grazie a Meloni

È chiaramente opportunismo, quello di Bonelli e quello di tutta la sinistra italiana, che sceglie di fare propaganda persino sull’immagine internazionale della nostra Nazione. Vale comunque rassicurare il lettore: al momento l’Italia gode comunque di un’ottima reputazione a livello globale. E non certo grazie alla sinistra, ma grazie al Giorgia Meloni e al suo governo, che fin dal suo insediamento ha cercato di restituire alla nostra Nazione un’immagine che andasse oltre la macchietta creata dalla forte instabilità degli ultimi decenni e dal comportamento irresponsabile e poco serio dei precedenti leader, che promettevano sostegno in Europa ai grandi leader ma facendo in Patria propaganda totalmente contraria. Una reputazione ripulita grazie all’intenso lavoro diplomatico che ha portato già a risultati prolifici in termini, ad esempio, di immigrazione e di economia. Nonostante ci provi, dunque, non andrà a buon fine il tentativo della sinistra di screditare il Governo Meloni agli occhi dei partner stranieri.

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