Un rapporto pubblicato a luglio da una commissione d’inchiesta del Senato francese ha rilevato che la “radicalizzazione islamista” è una “realtà” in Francia dalle allarmanti conseguenze.
“L’islamismo radicale”, afferma il rapporto, “è polimorfo, si insinua in tutti gli aspetti della vita sociale e tende a imporre una nuova norma sociale….”.
“Soprattutto, stiamo assistendo alla costituzione, in alcuni quartieri, di un ecosistema islamista fatto di negozi, cibo, abbigliamento, ma anche di locali per il consumo di alcolici basati su una norma halal… Rinforzato dalla propaganda che utilizza l’apprendimento dell’arabo coranico, la diffusione della letteratura estremista nelle librerie specializzate e nelle bancarelle del mercato, il desiderio di imporre l’Islam radicale si basa anche su un discorso… su internet e sui social network… Si tratta, attraverso la pressione sociale e ideologica, di racchiudere la vita degli abitanti di questi quartieri, di squalificare qualsiasi altra prospettiva, di separarsi dai loro concittadini…”.
Il rapporto menziona anche il ruolo delle moschee nella crescita della radicalizzazione islamista: “La Francia ha grandi moschee, capaci di ospitare più di mille fedeli durante le preghiere del venerdì… La costruzione di edifici religiosi è un vettore a sé stante dell’affermazione dell’islam nella società francese. Capace di raccogliere il capitale necessario per queste costruzioni, l’Islam è, contrariamente a quanto si crede, una religione ‘ricca’”.
Il rapporto cita l’ex prefetto Michel Aubouin, che ha detto che “la costruzione di ogni moschea è costata in media oltre 2 milioni di euro”, per cui tutti questi edifici religiosi rappresentano “un capitale finanziario di diversi miliardi di euro”.
Inoltre, secondo il rapporto: “Una frangia crescente di musulmani sta anche osservando tutti i precetti teologici: preghiere quotidiane, indossare il velo, la necessaria distanza tra uomini e donne, il rispetto dei divieti alimentari, tante regole che l’Islam pone nello spazio pubblico”.
Tutto questo, secondo il rapporto, significa che la società francese deve affrontare “una realtà, a volte contestata e troppo a lungo sottovalutata”: La società francese deve ora affrontare la sfida dell'”islamismo” come ideologia”. Aubouin viene inoltre citato per dire: “Può far arrabbiare i miei ex colleghi, vi risponderò sinceramente: c’è una forma di miopia e una grande ignoranza dell’islam politico”.
Il rapporto, a pagina 51, prosegue descrivendo quelle che considera le ambizioni politiche degli estremisti: “Gli islamisti… cercano ora di entrare nel gioco politico utilizzando le istituzioni democratiche per promuovere il loro progetto sociale, nonostante la loro mancanza di rappresentatività; allo stesso tempo, la volontà dei governi successivi di istituzionalizzare un islam di Francia dà loro l’opportunità di diventare interlocutori legittimi e privilegiati del potere”.
Il rapporto cita, tra gli altri, Alexandre del Valle e Emmanuel Razavi, autori del libro The Project: La strategia di conquista e di infiltrazione dei Fratelli musulmani in Francia e nel mondo (2019).
“Secondo gli autori, “la ri-islamizzazione della Francia è un simbolo per i Fratelli Musulmani”. Se gli islamisti riusciranno a realizzarla nella patria universale dei diritti umani, il progetto avrà successo. Vogliono far cadere la Repubblica””.
Il rapporto conclude che c’è il rischio di infiltrazioni politiche da parte degli estremisti in generale e dei Fratelli musulmani in particolare, soprattutto nei consigli comunali.
Il nuovo Primo Ministro francese, Jean Castex, ha recentemente dichiarato che sarà “intransigente” nella difesa del laicismo ufficiale francese e ha promesso di combattere “l’islamismo radicale in tutte le sue forme” come “priorità assoluta”.
Il senatore LR Jacqueline Eustache-Brinio ha detto a luglio, “tutta la Francia, tranne l’Occidente, è colpita dall’islam radicale… Dobbiamo agire ora o mai più”.