La pace in medio Oriente sembra essere sempre più lontana, e a sostegno di questa tesi, drammaticamente, ci sono gli eventi degli ultimi giorni che hanno acuito le ostilità tra le due parti storicamente opposte tra di loro.
In questo momento, dunque, che cosa si può fare, o meglio, si deve fare?
E quale è la posizione italiana?
A parlarne in maniera puntuale è il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari nella puntata del 12 ottobre di Porta a Porta, che chiarisce prima di tutto un punto fondamentale. Quello per cui ora: “Non è il momento dell’ambiguità, è il momento della chiarezza.”
Una chiarezza che deve venire da ogni forza politica, da ogni parte della società e delle istituzioni. Su un aspetto in particolare occorre essere quanto più fermi e chiari possibili, ossia quellodi“riconoscere, in primis, l’esistenza di Israele.”
Una esistenza che tragicamente è ancora messa in discussione da molti Paesi, soprattutto quelli di matrice araba, tanto che, come spiegato dall’Onorevole di Fdi, “ad oggi gli unici paesi arabi che riconoscono Israele sono la Giordania e l’Egitto, e dal 2020 altri quattro Stati, ossia il Marocco, il Bahrein e altri. Gli altri della zona mediorientale, invece, non ne riconoscono l’esistenza.”
È dunque questo uno dei fattori che più ostacola la pace, perché gli accordi di pace si sono arenati anche per questo motivo, “perché Israele chiede la cosa più semplice di tutte, ossia sedersi al tavolo con chi riconosce il suo diritto di esistenza”.
Un diritto che deve rappresentare “il punto comune” a tutte le forze in campo, che va difeso e che deve essere anche il comune denominatore per le relazioni italiane, per cui, per l’appunto, l’Italia si relaziona solo con quei Paesi che riconoscono questo diritto e dunque l’esistenza stessa di Israele.
Israele oggi invece rischia fortemente la sua sopravvivenza. Come spiegato dal Sottosegretario: “La forza di resistenza ai confini di uno stato è la profondità, ossia quanto territorio puoi perdere prima di capitolare. Israele non ha profondità. Il che significa che se perde una battaglia, è sconfitta.” Questo lo si sa bene, ed è per questo che Israele “deve ripristinare la sicurezza della sua sopravvivenza”.
Ma è importante anche parlare del popolo palestinese, che “ha diritto ad uno Stato sovrano, ha diritto a condizioni dignitose di vita”.
Il popolo palestinese, però, non può e non deve essere confuso con Hamas, che è “una frangia che si basa sull’integralismo islamico e che parte dall’assunto che Israele non ha diritto a esistere”. Tanto che il vero problema è rappresentato dallacausa palestinese, che “è diventata una causa di integralismo islamico, rendendo i confini della trattativa sempre più complicati”.
C’è poi un’altra questione forse ancora più complessa da affrontare e analizzare, e cioè quella relativa alla cosiddetta ‘fratellanza musulmana’, che, come si è visto, è un dato di fatto ed è addirittura alla base di numerose manifestazioni pro-palestina realizzatesi nel cuore d’Europa.
Come evidenziato da Fazzolari, infatti: “Abbiamo visto caroselli che esultavano per Hamas anche nel cuore d’Europa. In Svezia, in Francia, in Belgio. Questo in Italia non è accaduto, ed è un buon segno.”
Ciò nonostante, è necessario ricordare che “dobbiamo stare attenti al fatto che una forte migrazione islamica porta al suo interno anche una componente di avversione a tutto il mondo ebraico nel cuore d’Europa. Ormai l’antisemitismo più radicato che c’è in Europa è quello di matrice islamista, che crea dei problemi di sicurezza molto forti. Abbiamo avuto degli attentati con morti e scie di sangue molto dolorose in Europa proprio ai danni della comunità ebraica. Quindi penso che il livello di allerta debba essere massimo in tutta l’Europa.”
In Italia, sebbene finora il problema sia meno presente, l’allerta è comunque altissima, e il Governo sta mettendo in atto ogni misura prudenziale. “Il Ministro Piantedosi si è immediatamente attivato e messo a disposizione per le nostre comunità ebraiche offrendo ogni supporto sotto questo aspetto”, ha infine sottolineato il Sottosegretario.
“Noi dobbiamo essere chiarissimi sotto questi aspetti, e cioè dire: condanna ferma di ogni forma di antisemitismo compreso quello di natura islamista, e non dobbiamo avere paura di dirlo”, ha sintetizzato il Sottosegretario Fazzolari, rappresentando perciò quale è attualmente la posizione italiana, condivisa anche da tutti i maggiori Paesi democratici dell’Occidente.