In occasione dell’audizione del Capo della Polizia Postale, Ivano Gabrielli, durante la seduta odierna della Commissione straordinaria intolleranza, razzismo, antisemitismo, istigazione all’odio e alla violenza, il Sen. Giulio Terzi (FdI) ha sottolineato come “il fenomeno della diffusione e dell’istigazione all’odio, soprattutto online, non avvenga semplicemente attraverso individui che danno sfogo ai loro sentimenti di odio ed intolleranza al riparo di uno schermo. Come dimostra un Rapporto del Digital Forensic Research Lab dell’Atlantic Council, sull’influenza esercitata da potenze straniere, presentato di recente al Senato, non è così. Da tempo si sono diffuse infatti strategie ed operazioni informatiche condotte da gruppi di hacker, gruppi terroristici e persino Stati, contro il sionismo, contro lo Stato d’Israele, e sempre più come disegno d’insieme volto a destabilizzare l’ordine internazionale basato sulle regole”. Terzi ha aggiunto che “sono impressionanti le similitudini fra i messaggi diffusi nei diversi social media e le numerose correlazioni nell’utilizzo di uno specifico linguaggio.
Tutto ciò testimonia l’esistenza di un sistema che recluta migliaia di operatori e che va affinandosi con l’impego dell’intelligenza artificiale. Benché le attribuzioni nel mondo cyber siano complicate, come emerso durante la discussione sul Rapporto presentato in Senato, è comunque noto il modus operandi e le collaborazioni di alcune reti russe, come Russia Today o Sputnik, con Arab News e Al Jazeera, che contribuiscono a disseminare odio su tutto il sistema informatico e su canali come Telegram e Instagram”. Ricordando infine che si tratta spesso di narrative tratte dai copioni di Mosca e Teheran redatti per avanzare un’agenda anti-Israele ed anti-occidentale, Terzi ha auspicato che “il lavoro della Polizia Postale nel contrasto a tali narrative possa proseguire con efficacia avendo a disposizione gli strumenti necessari. È un’azione fondamentale per evitare la frammentazione delle nostre società, e preservare la libertà e la coesione sociale che le democrazie sono in grado di assicurare”, così Giulio Terzi.