Altre buone notizie giungono sul fronte del lavoro. Stando a quanto rilevato dall’Istat nella stima provvisoria su occupati e disoccupati, a febbraio l’occupazione è cresciuta di altre 41 mila unità, lo 0,2%. Una crescita dovuta all’aumento dei dipendenti permanenti che ora sfiorano quota 16 milioni. Allo stato attuale, il numero di occupati nella nostra Nazione equivale a 23 milioni 773 mila unità, e supera di ben 351 mila unità il numero di occupati dello stesso periodo dell’anno scorso. Il tasso di occupazione è a livelli record: 61,9%
L’ennesima vittoria, questa, del governo Meloni: nell’ultimo anno gli occupati hanno conosciuto una crescita record di mezzo milione di unità in più e adesso, anche nel 2024 sembra proseguire quel trend di incremento ottenuto dal governo Meloni. I posti di lavoro aumentano, toccando i massimi storici, e la disoccupazione diminuisce, andando ben al di sotto del 7%: tutte risposte che arrivano dopo la scelta dell’esecutivo di centrodestra di dire addio, fino dal suo insediamento nell’ottobre 2022, alla linea seguita dai governi precedenti a trazione pentastellata, quella dell’assistenzialismo e delle “paghette di Stato”. Con la detassazione del lavoro, dei redditi e con gli incentivi all’assunzione, soprattutto per determinate categorie, ad esempio giovani, donne e madri (non è un caso che anche l’occupazione femminile ha registrato un livello record), l’Italia riparte dal lavoro: è finita l’epoca dei bonus e dell’assistenzialismo.