Gli immigrati ci pagano le pensioni. Ecco la famigerata e tanto dibattuta frase del presidente Inps, Tito Boeri. Si tratta di una frase entrata nel novero delle dichiarazioni meno credute dagli italiani. Proviamo a vedere, però, cosa dicono i dati in merito a questa affermazione dilemmatica.
Secondo dati provenienti dall’Osservatorio sui cittadini extracomunitari, l’ufficio speciale dell’Inps che analizza l’impatto degli immigrati sul nostro sistema pensionistico, risultano iscritti all’ente previdenziale circa 2.259.000 cittadini stranieri, su un complessivo di sei milioni di immigrati residenti in Italia. Degli oltre due milioni di stranieri registrati al sistema assicurativo pubblico, 1.700.000 sono attualmente occupati e versano regolarmente i contributi. Alcuni di loro effettuano il versamento anche sotto forma di lavoratori autonomi. Fin qui nulla da eccepire.
Andiamo diritti al sodo. Boeri ha torto o ragione nell’affermare che gli stranieri pagano la pensione agli italiani? Ha nettamente torto. Nella massima di Boeri c’è una rimarchevole inversione tra soggetto e complemento di termine. I dati, purtroppo, non sono tutti positivi come nel summenzionato paragrafo. Se facciamo riferimento a quanto emerge da dati ufficiali del 2017, l’Inps ha pagato agli immigrati 96.743 pensioni, di cui 60mila di tipo assistenziale, ovvero senza un precedente versamento di contributi. A queste 60mila pensioni se ne aggiungono altre 10mila di tipo indennitario, come quelle d’invalidità o da infortunio. Per rendere le idee ancora più chiare, possiamo affermare che in Italia, oltre il 60% dei cittadini stranieri percepisce una pensione non coperta da contributi. Considerata l’inconfutabilità dei dati, possiamo asserire che Tito Boeri ha ampiamente torto.