Italia-Santa Sede: domani bilaterale a Palazzo Borromeo su anniversario Patti Lateranensi

Domani bilaterale a Palazzo Borromeo su anniversario Patti Lateranensi Sarà la terza volta che il governo Meloni da una parte, alla presenza del capo dello Stato Sergio Mattarella, e dall’altra la delegazione del Vaticano e della Cei, con alla guida il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, si incontrano all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede per fare il punto sui temi di interesse reciproco e concordatario. E’ in programma domani pomeriggio a Palazzo Borromeo, infatti, l’annuale summit bilaterale delle più alte cariche istituzionali della Repubblica italiana e della Santa Sede, in cui si celebrerà il 96/o anniversario dei Patti Lateranensi e il 41/o dell’Accordo di modifica del Concordato.

Il vertice arriva mentre il quadro internazionale è ancora gravato dagli scenari di guerra, sulla cui evoluzione è tuttora arduo tirare analisi e bilanci, mentre ci si confronta anche con il nuovo  ruolo esercitato dall’amministrazione Usa a trazione Donald Trump. Tali argomenti non mancheranno di figurare nei colloqui all’Ambasciata di Viale delle Belle Arti, specie se confermeranno la loro presenza i ministri Antonio Tajani e Guido Crosetto (quest’ultimo domenica, col collega Giancarlo Giorgetti, era anche in Piazza San Pietro alla messa del Papa per il Giubileo delle Forze armate, di Polizia e di Sicurezza). 

Su questo fronte, peraltro, il Vaticano non si stanca di richiamare a una linea definita a un livello il più possibile comune negli ambiti multilaterali, sia con riferimento all’Onu che all’Unione Europea. Passando a temi che riguardano in modo più diretto l’Italia, al centro non può esserci che la gestione del Giubileo, con l’arrivo di pellegrini da tutto il mondo, dopo la stagione preparatoria dei cantieri (ce ne sono di ancora aperti) e di una collaborazione Italia-Vaticano su cui le autorità d’Oltretevere hanno già più volte ringraziato quelle nazionali. E a chi lamenta che l’Anno Santo “non sta andando bene”, ha già risposto l’organizzatore per conto del Papa, mons. Rino Fisichella, spiegando che finora sono un milione e 300 mila le persone che hanno attraversato la Porta Santa di San Pietro.

“Non è un numero esiguo – ha commentato presentando proprio il Giubileo delle Forze Armate -, essendo gennaio e febbraio un periodo in cui Roma è alquanto tranquilla”. Fisichella ha comunque voluto precisare: “I numeri, per chi organizza il Giubileo, non sono il criterio di validità sulla sua riuscita: non sono i numeri che fanno dire ‘il Giubileo è riuscito’. Perché se dovessimo contare i numeri, gli albergatori ci dicono che il Giubileo va male, se sentiamo i ristoratori ci dicono che va benissimo”. Per quanto riguarda altre questioni, non essendoci ora motivi d’attrito su temi come l’istruzione cattolica o l’Imu, e a parte ambiti sociali come il lavoro, la disoccupazione, le nuove povertà, un nodo di confronto può essere senz’altro la questione migranti, che sta particolarmente a cuore sia al Papa che alla Cei. Quindi spazio anche ad aspetti come il ‘protocollo Albania’, oppure, perché no, i rapporti con un Paese come la Libia, dopo il caso del generale libico Almasri.

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Giovanni Curzio
Giovanni Curzio
Giovanni Curzio, 21 anni, napoletano, studente alla facoltà di Giurisprudenza della Università degli Studi Suor Orsola Benincasa. Da sempre è appassionato di giornalismo sia di cronaca che sportivo. Collabora anche con agenzie di stampa ed emittenti radiofoniche e televisive della Campania.

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