Ius soli e Ius scholae: quella sinistra che non si arrende alle proposte obsolete

La sinistra italiana torna alla ribalta, ancora una volta, con i suoi soliti deludenti cavalli di battaglia, ormai diventati zoppi per colpa dell’indomabile vecchiaia: da una parte il Partito Democratico promuoverebbe lo Ius soli, con l’unico scopo di mettere ogni migrante sullo stesso piano, cosicché non si possa fare distinzione alcuna tra chi scappa realmente da una guerra o da situazioni di estrema povertà e chi invece ha deciso di venire nella Penisola italiana per bighellonare, pensando di potersi imporre sulla gente comune, magari abbracciando la via della criminalità organizzata. Il punto è che una prima versione di questa normativa in parte sia già stata approvata: di conseguenza, i progressisti intenderebbero potenziarla ulteriormente. In particolare c’è chi punta addirittura verso uno Ius soli “temperato” , ossia la garanzia di una cittadinanza a chiunque, visto che il primo provvedimento di base rischierebbe di tralasciare i bambini nel provvedimento. In questo modo tutti color che per anni hanno deciso di venire in Italia per trovare un futuro migliore, lavorando dignitosamente, avranno percorso un iter insensato. In questo modo l’esempio che la sinistra intende dare è che non ha importanza l’impegno di un individuo per un inserimento reale, tanto le cose si ottengono lo stesso e a priori. Cose da pazzi, un pessimo esempio per chi vorrebbe tagliare fuori la legge sullo Ius sanguinis, rimpiazzandola con una norma senza capo né coda.

Poi arriva la proposta dello Ius scholae, su cui è concorde il Movimento 5 stelle, cioè quella di poter conferire ad un singolo la Cittadinanza italiana, a patto che quest’ultimo abbia compiuto un ciclo di studi. Qualcuno potrebbe pensare che non ci sia nulla di male, il problema è che questa proposta – approvata soltanto alla Camera – ha diverse variazioni: in poche parole dovrebbe dipendere dall’articolazione finale della legge, ma chi conosce l’Italia del nuovo millennio sa quali orrori possano uscire fuori da un ordinamento simile. Altra proposta simile allo Ius scholae è lo Ius culturae, forse perché la paura dei relatori risiedeva – allora così come oggi – nella possibilità che questa non venisse accettata. Magari avranno pensato che cambiandole nome ed inserendo qualche novità che possano renderla un sinonimo possibilmente anche peggiore della prima, qualcuno ci sarebbe caduto con tutte le scarpe. Un classico intramontabile, un gioco di parole per confondere chi cerca di informarsi politicamente sui cambiamenti legislativi, rischiando poi di non comprendere pienamente quanto viene deciso in sede d’esame dopo la votazione. Ecco, uno non vorrebbe pensare sempre male della sinistra, ma a causa di un decennio inverecondo purtroppo la mente spinge a pensare che queste proposte non siano soltanto una benevolenza nei confronti degli stranieri, ma un modo per allargare il bacino dei voti dimostrando al contempo una grande misericordia.
Chi invece conosce l’importanza del diritto e della sicurezza nazionale italiana, sa quanto sia sbagliata, inconsistente e pericolosa ogni proposta di questo genere. Ritorna il capriccio di un’opposizione che vorrebbe governare anche se fuori dai giochi, cercando in ogni modo di spingere il Governo ad accettare le sue proposte. Precisamente, la possibilità che Forza Italia voti a favore dello Ius scholae, rischia completamente di spaccare la maggioranza. Il rischio è che con l’allontanamento di FI, si generi un grande malcontento nei cittadini che fino a questo momento hanno creduto in un cambiamento proveniente da una destra capace di poter conciliare la teoria con la pratica. La pertinenza, quando si lavora insieme ad altri partiti, è fondamentale. Cambiare visione soltanto per una proposta – per giunta inefficiente – rischia di far crollare anche la fiducia dei propri confederati. La sinistra vuole esattamente una spaccatura, prestare il fianco e rendersi disponibili per simili progetti vuol dire annientarsi con le proprie mani.

Gabriele Caramelli
Gabriele Caramelli
Studente universitario di scienze storiche, interessato alla politica già dall’adolescenza. Precedentemente, ha collaborato con alcuni Think Tank italiani online. Fermamente convinto che “La bellezza salverà il mondo”.

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