Iva in aumento, si voti subito

Oggi si riuniscono le Camere. In Senato attesissimo il discorso del premier Giuseppe Conte e poi la Camera dei deputati si dovrebbe riunire alle 19. Il tempo di festeggiare Ferragosto, riprendersi dalle mangiate, un’ultima abbronzatura e la crisi di Governo sarà servita.

La minaccia più reale e concreta consiste nell’aumento dell’Iva, se non si avrà un esecutivo compatto e con le idee chiare sul da farsi potrebbero scattare parte di quelle clausole di salvaguardia firmate con il sangue degli italiani da ben sette anni ad oggi.

Nel 2011 spread alle stelle e crisi dei conti pubblici costrinsero, per la prima volta, il Governo Berlusconi a varare la manovra correttiva di luglio (Dl 98) e poi il “decreto di Ferragosto” (Dl 138). Le manovre stabilivano l’introduzione di una clausola di salvaguardia che prevedesse aumenti automatici di aliquote Iva e delle accise nel caso in cui non si fossero raggiunti una serie di obiettivi del bilancio dello Stato.

Con la scorsa manovra finanziaria, per evitare che l’Ue avviasse procedura di infrazione, si è stabilito che la clausola di salvaguardia si proiettasse fino al 2020. Senza contromisure, infatti, l’anno prossimo l’aliquota ordinaria del 22% salirà al 25,2%, e quella ridotta al 10% passerà al 13 per cento. Con un effetto sul budget familiare che Il Sole 24 Ore ha stimato in 541 euro in media all’anno (cioè 45 euro in più al mese su una spesa di 1.982 euro).

La bufala che sta girando mette in giro la voce che se oggi si andasse al voto sarebbe impossibile con un nuovo governo nato a novembre, riuscire a scongiurare l’aumento dell’Iva. Nulla di più falso. Infatti l’aumento scatterebbe a gennaio 2020 e quindi un nuovo esecutivo votato dagli italiani  con idee chiare avrebbe il tempo di trovare coperture alternative.  Inoltre un ennesimo giro di consultazioni non produrrebbe altro che perdita di tempo prezioso.

Non è nuova la strategia dello spaventare l’elettore per imporgli una decisione non sua. In questi giorni infatti, nell’attesa dell’audizione di Conte, non si parla d’altro che di un accordo tra Movimento 5 Stelle e Pd per formare un nuovo governo. Il governo della svolta, come lo definiscono i dem. Svolta per loro, che con neanche il 20% riuscirebbero a governare ancora una volta. Di fatto governerebbero i due partiti che hanno subito un crollo dei consensi nelle ultime elezioni. L’unico partito a non concedere inciuci è Fratelli d’Italia, coerente a se stesso, propone di tornare subito al voto. Come ha sottolineato anche Giorgia Meloni su Facebook.

Renzi, è resuscitato, Franceschini si sfrega le mani e Zingaretti sgomita ricordando a tutti di essere il segretario di partito. Di Maio ha dichiarato che «Nessuno vuole sedersi al tavolo con Renzi. Il M5s vuole solo una cosa: che si apra al taglio dei parlamentari». Il taglio dei Parlamentari si farà solo se verrà approvato a primavera 2020, solo in quel modo sarà effettivo già dalla prossima legislatura. Che sia una scusa per non smollare la poltrona? Questo prevedrebbe ovviamente un accordo con il Pd. La politica economica proposta dal Pd è lontana anni luce dalla visione di quella dei M5S, un tempo post keynesiana, oggi chissà. Questo complicherebbe di molto un accordo per la manovra d’autunno, cosa che invece non succederebbe con una maggioranza sovranista. Salvini sembra che si sia incartato da solo, lo salverebbe da una figuraccia solo l’andare a elezioni da solo o con una coalizione sovranista.

Insomma inutile invocare la paura dell’aumento dell’iva e/o della necessità di tagliare il numero dei parlamentari. Piuttosto dicano chiaramente che ogni scusa è buona per cercare di mandare avanti la legislatura ancora per qualche mese. Giusto per sperare di recuperare qualche voto su Lega e Fratelli d’Italia che crescono a vista d’occhio, giusto per rimandare ancora un po’ la sconfitta, e giusto per impedire ancora una volta che a decidere siano gli elettori. La fine è vicina, sta a loro stabilire quanto sarà lunga l’agonia.

Flaminia Camilletti
Flaminia Camilletti
Laurea in Rel. Internaz. Scrivo, leggo e nuoto. Mi occupo di politica e mi interesso di economia. Scrittrice e giornalista freelance. Appassionata di musica, ma solo di quella che piace a me. Scrivo di tutto ciò che riesco a capire, quello che non capisco cerco di studiarlo.

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