JD Vance torna ad avvertire l’Europa: state imboccando il ‘percorso oscuro’ della censura

Il viaggio estivo di JD Vance nel Regno Unito è iniziato con un gesto di cortesia istituzionale e un avvertimento politico. Ospite del ministro degli Esteri britannico David Lammy nella residenza ufficiale di Chevening, il vicepresidente americano ha scelto di aprire la sua visita con un messaggio netto: l’Occidente sta scivolando lungo un “percorso oscuro” di censura della libertà di parola. Un monito rivolto non solo a Londra ma a tutta l’Europa, con un paragone che ha colpito nel segno: le restrizioni viste nel Regno Unito e nel continente ricordano, secondo Vance, quelle sperimentate dagli Stati Uniti sotto l’amministrazione Biden. A fare da sfondo, i dati diffusi dalla Free Speech Union: oltre 12.000 arresti nel 2023 in Gran Bretagna per “messaggi offensivi” online, una media di 33 al giorno, con un incremento del 58% rispetto al 2019. Numeri che danno sostanza alle preoccupazioni americane e aprono un dibattito scomodo nel cuore dell’alleanza transatlantica.

L’affondo di Chevening non è un episodio isolato ma il proseguimento di una linea chiara, inaugurata lo scorso febbraio alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco. In quell’occasione, Vance aveva parlato a un pubblico gelido di leader politici, militari e diplomatici europei, denunciando pratiche “sovietiche” e una crescente paura delle élite verso i propri elettori. “Se corri in paura dei tuoi stessi elettori, non c’è nulla che l’America possa fare per te”, aveva detto, legando il rispetto per la libertà di parola alla stessa legittimità delle alleanze internazionali. Quella diagnosi torna oggi in territorio britannico: un’Europa che si preoccupa delle minacce esterne ma dimentica di cosa sta realmente difendendo. Per Vance, senza una visione positiva condivisa, la difesa comune diventa un esercizio tecnico privo di fondamento politico e morale.

Il Regno Unito rappresenta, agli occhi di Vance, un caso emblematico. La legislazione vigente – dal Communications Act 2003 al Malicious Communications Act 1988, passando per il recente Online Safety Act – consente arresti per contenuti ritenuti “grossolanamente offensivi”, “indecenti” o “minacciosi”. Nel 2023, la polizia metropolitana ha guidato la classifica con 1.709 arresti; in termini pro capite, Leicestershire è in testa con 83 arresti ogni 100.000 abitanti. Episodi come quello di Tommy Robinson, arrestato dopo aver condiviso un articolo del Daily Mail su cambiamenti demografici a Londra, o di David Wootton, processato per una provocazione di Halloween, diventano per Washington simboli di un’eccessiva polizia del pensiero. Per i critici, questo è il prezzo di una politica che confonde la protezione dalla violenza con il controllo dell’opinione.

Il problema, nella visione di Vance, non è solo interno ai singoli Paesi europei: riguarda l’architettura stessa dell’Occidente. L’alleanza NATO e il rapporto speciale USA-UK poggiano su valori dichiarati di libertà e democrazia. Se però i governi iniziano a restringere la libertà di parola dei propri cittadini in nome della sicurezza o della stabilità politica, viene meno quella fiducia reciproca che è il collante strategico. Non a caso, Vance lega il sostegno americano alla solidità democratica degli alleati: “Non basta parlare di valori democratici, bisogna viverli”, aveva detto a Monaco. Un messaggio che, sotto l’amministrazione Trump, potrebbe tradursi in un approccio condizionato: aiuto sì, ma a patto che i partner rispettino le stesse libertà che chiedono di difendere.

L’uscita di Vance a Chevening è destinata a pesare sul dibattito europeo, soprattutto in un Regno Unito ancora alle prese con il bilanciamento tra sicurezza interna e libertà civili. Allo stesso tempo, consolida l’immagine di una Casa Bianca pronta a sfidare le élite occidentali anche sul loro terreno politico più sensibile. La domanda che resta aperta è se le capitali europee sapranno cogliere l’avvertimento. Per Vance, la vera minaccia non è solo oltre i confini, ma dentro le democrazie stesse: la tentazione di proteggersi dal dissenso fino a soffocare la libertà. Se l’Europa continuerà su questa strada, il “percorso oscuro” evocato dal vicepresidente potrebbe diventare un vicolo cieco per l’intero progetto occidentale.

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Leo Valerio Paggi
Leo Valerio Paggi
Leo Valerio Paggi per La Voce del Patriota.

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