Se si scorrono i patinati social del sindaco Gualtieri tra vanghe caschetti e fontane, si nota un curioso vuoto: Julia. Julia, dove sei? Presentata in pompa magna lo scorso novembre alla convention sulle smart city di Barcellona (gita autoreferenziale a spese dei romani dell’allegra macchina dell’innovazione del sindaco), Julia avrebbe dovuto rappresentare il futuro dell’assistenza turistica nella Capitale a partire dal Giubileo (iniziato il 24 Dicembre 2024) . Eppure, incredibilmente, il sindaco Roberto Gualtieri, che solitamente non si lascia sfuggire neanche l’inaugurazione di una panchina senza trasformarla in un reel perfettamente confezionato, ha misteriosamente evitato di pubblicizzare l’arrivo di Julia con i suoi soliti video patinati. Strano, vero? Come se persino lui avesse capito che qualcosa non tornava. Infatti, la presentazione ufficiale, tenutasi lo scorso venerdì 7 Marzo presso la Centrale Monte Martini di Roma, è arrivata solo dopo che la testata AGI aveva denunciato, in un articolo del 19 febbraio, la misteriosa scomparsa di Julia dai piani del Comune. Un caso? Forse. Oppure no.
Un chatbot da call center (anni 90)
Per chi non lo sapesse, Julia è l’ennesimo tentativo di digitalizzazione dell’amministrazione capitolina: un chatbot basato su GPT-4o, sviluppato con Microsoft, che dovrebbe facilitare l’esperienza di cittadini e turisti a Roma. Eppure, più che un’innovazione rivoluzionaria, Julia sembra una versione aggiornata delle vecchie risponditrici automatiche da call center. Il problema? Non funziona come dovrebbe. Facciamo un esempio: chiedete a Julia un ristorante vicino a voi e preparatevi a ricevere risposte tanto casuali quanto inutili. Oppure chiedetele informazioni sulla chiusura anticipata della linea C della metropolitana e noterete che l’IA, invece di offrire un’informazione chiara, si limita a suggerire di controllare il sito dell’Atac. Comodo, vero? Per un chatbot che dovrebbe essere il fiore all’occhiello dell’innovazione romana, l’effetto è più quello di un numero verde anni ’90. E non provate a caricare una foto o a inviare un messaggio vocale: non riceverete alcuna risposta. Funzioni base di qualsiasi chatbot, ma evidentemente non di Julia.
Il mistero del budget milionario
Secondo numerose fonti giornalistiche non smentite dal Campidoglio ed ora oggetto di chiarimento da parte delle opposizioni a Palazzo Senatorio, Julia sarebbe costata almeno 3,5 milioni di euro, con alcune fonti che parlano addirittura di 10 milioni. Per fare cosa, esattamente? Per offrire risposte generiche che qualsiasi motore di ricerca può fornire gratuitamente? Per un’amministrazione che dice di voler ottimizzare le spese, questo sembra un piccolo capolavoro di gestione creativa dei fondi pubblici.
Silenzio e dimenticatoio
Ma torniamo al punto: perché tutta questa discrezione nella comunicazione? Perché il sindaco che pubblica ogni dettaglio della sua agenda social ha scelto il basso profilo su Julia? Forse, e dico forse, si è reso conto che il progetto non è all’altezza delle aspettative. O forse sa che, tra qualche mese, quando l’entusiasmo iniziale sarà svanito, Julia finirà nel dimenticatoio, come tante altre iniziative digitali del Comune di Roma.
Roma merita di più
Una cosa è certa: se l’obiettivo era dimostrare che Roma sta abbracciando l’intelligenza artificiale, siamo ancora lontani, anzi, sembra quasi che stiamo assistendo a una versione burocratica del teatro dell’assurdo. E se il Comune vuole davvero innovare, forse sarebbe il caso di prendere ispirazione da realtà private che hanno già sviluppato strumenti di assistenza turistica molto più avanzati, senza dover giustificare milioni di euro di spesa pubblica. Roma merita di più. E i romani pure.
P.S.
Sarebbe curioso sapere come, da ammissione dello stesso sindaco, siano occorsi ben tre anni per la creazione di tale capolavoro di AI, con lo sviluppo addirittura avviato prima del lancio pubblico di ChatGPT 3.5 (1 novembre 2023) e prima dei DPCM che allocavano le risorse di Caput Mundi che hanno finanziato Julia (giugno 2023). Un altro miracolo del nostro sindaco, addirittura precursore di OpenAI e per di più a budget zero. Chapeau.