Questo è un capitolo della nuova manovra del Governo giallo-verde che potrà interessare parecchie persone, perché riguarda le nostre auto. Nei giorni scorsi già si era parlato molto di ecosconti, rottamazioni, tasse più pesanti su certe autovetture ma, in linea di massima, niente era chiaro e stabilito. Ora sembra che si sia finalmente arrivati al capolinea, e questo è il risultato.
I famosi e tanto attesi “ecosconti” per l’acquisto di vetture elettriche o ibride saranno al massimo di 6000 euro e prenderanno in considerazione auto di costo non superiore ai 45000 euro. Ovviamente, per ottenere questa facilitazione, bisognerà rottamare la vecchia auto ed acquistarne una elettrica nella fascia di emissioni 0-20 grammi/km di Co2. Già se si rottama e si scegli di comperare una vettura nella fascia 21-70 grammi/km di Co2, lo sconto scenderà a un massimo di 2.500 euro. Senza rottamazione, invece, lo sconto sarà compreso tra 4000 e i 15.00 euro, a seconda della vettura che si sceglierà di acquistare.
Quanto sopra è frutto di un emendamento alla manovra presentato da Gian Mauro Dell’Olio del Movimento 5 stelle e di Paolo Tosato della Lega, che ha modificato il sistema di bonus-malus basato sulle famigerate emissioni di C02.
Da una prima analisi, appare evidente che gli sconti eco per l’acquisto di auto elettriche e ibride si restringono grazie (si fa per dire…) alla soglia di spesa per vetture entro i 45mila euro, Iva inclusa. Per quanto riguarda l’ecotassa – altro argomento spinoso su cui il governo si è dovuto confrontare anche al suo interno per trovare una quadra che accontentasse tutti – in base all’ultimo emendamento presentato al Senato, la soglia sopra la quale scatterà l’imposta avrà come parametro di riferimento il numero di grammi di biossido di carbonio emessi a 160 Co2 g/km. Varrà per chiunque acquisti e immatricoli in Italia un veicolo di categoria M1 nuovo, (M1= auto destinata al trasporto di persone con un massimo di 8 sedili più quello del conducente)e decorrerà dal 1 marzo prossimo fino al 31 dicembre 2021.
Allo scopo è stato stabilito un fondo di 50 milioni di euro che dovrà finanziare la misura. Inoltre è stabilita anche una detrazione del 50% per chi installerà colonnine per la ricarica del veicolo in zone non accessibili al pubblico. Con un altro emendamento, si introduce anche un incentivo pari al 30% del prezzo di acquisto per un motorino in caso di rottamazione di un mezzo della stessa categoria, che vada dagli euro 0 agli euro 2. Il contributo massimo previsto è di 3mila euro. Sono stati destinati a questa misura 10 milioni di euro per il solo 2019.
Ed ora le dolenti note, cioè i costi dell’ecotassa. Sono previsti 1.100 euro per emissioni tra 161 e 175 g/km, 1.600 euro fino a 200, 2.000 fino a 250 e 2.500 sopra questa soglia. Nella prima stesura di questa norma era meno articolata e prevedeva 150 euro per le emissioni sopra i 110 g/km. Ora invece appare chiaro il disincentivo all’acquisto di auto maggiormente inquinanti e di maggiore cilindrata, mentre non si pagherà nulla per le utilitarie. A vederla così, sembrerebbe che il Governo abbia tolto all’originario dispositivo la parte più criticata, in cui “i poveri dovevano finanziare i ricchi”, ma alla luce di molte critiche piovute anche oggi, non sembra che questa modifica sia stata una panacea. “La normativa non va bene perché favorisce le case produttrici di automobili estere rispetto alla casa produttrice nazionale” ha detto il leader del sindacato autonomo Fismic Confsal, nonché vicepresidente del Cesi, Roberto Di Maulo. Per poi proseguire: “Infatti, la Fca ha annunciato un piano industriale nel quale il decollo delle motorizzazioni elettriche avverrà solo sul mercato a partire dal 2020. Di conseguenza, se il provvedimento governativo dovesse iniziare nel 2019 aprirebbe il mercato a produttori coreani e giapponesi penalizzando l’intera filiera produttiva, non solo italiana, ma anche europea. Si tratta di un provvedimento cervellotico, anche perché le macchine ibride prodotte attualmente fanno parte di una tecnologia ormai superata che garantisce un buon impatto ecologico soltanto quando il guidatore procede a 35-40 km/h, superando tale limite, sono delle volgari vetture a benzina”. E ancora: “Chiediamo quindi che il Governo ripensi totalmente il provvedimento che rischia di penalizzare i produttori italiani ed europei a vantaggio di quelli dell’estremo oriente. Pensiamo sia più utile, disporre delle risorse per realizzare sul territorio nazionale quella rete infrastrutturale di colonnine elettriche che oggi sono totalmente assenti soprattutto fuori dalle grandi città. A partire dal 2020, un provvedimento ecologico a sostegno delle auto elettriche, a metano e a gpl può essere utile, ma se si parte nel 2019 si rovescia lo slogan della campagna elettorale ‘prima gli italiani’ e si mette in pratica un triste ‘prima i coreani e i giapponesi’ “. Conclude poi Di Maulo: “In questa fase, cii rivolgiamo soprattutto a Salvini che sembra più sensibile alle sorti dell’industria italiana e che quello slogan continua a urlarlo nelle piazze, ma non in Parlamento”. A differenza della Meloni, aggiungiamo noi, che di quello slogan ha fatto al sua bandiera e continua a ripeterlo sia nelle piazze che in Parlamento, dove non fa mai mancare interventi a protezione, difesa e potenziamento del Made in Italy. Peccato che gli italiani ancora non se ne siano ancora accorti.