Il woke colpisce ancora. Stavolta a farne le spese è il live action di “Biancaneve” diretto da Mark Webb, flop colossale al botteghino. Nel primo weekend di uscita nelle sale il remake politicamente corretto del capolavoro Disney dovrebbe attestarsi su un incasso di 87 milioni a livello globale, a fronte di costi di produzione di circa 270 milioni di dollari, senza contare le spese per la promozione. Il cartone animato del 1937 è stato rivoluzionato, la storia è stata pressoché stravolta e i risultati sono fallimentari. I sette nani sono spariti, rimpiazzati da sette “creature magiche” fatte in CGI. Snow White, nome che deriva dall’essere bianca come la neve, è interpretata da Rachel Zegler, di origini ispano-americane, per questo nel remake viene spiegato che si chiama così perché sopravvissuta ad una tempesta di neve (qualcosa dovevano pur inventarsi per giustificare la scelta). Il principe azzurro invece è diventato un ladro che ruba ai ricchi (la Regina cattiva) per dare ai poveri, un Robin Hood venuto male a cui almeno non hanno tolto alla protagonista nel finale. La Biancaneve femminista e socialista fa il pieno di recensioni negative: “film scritto male e prodotto con fatica”, “artisticamente squilibrato e straniante”, “per non offendere nessuno, alla fine Biancaneve scontenta tutti”.
Il caso politico
Oltre alla rilettura woke c’è anche un caso politico dietro al film: le due protagoniste hanno visioni opposte sulla guerra tra Israele e Hamas. Mentre la Zegler (interprete di Biancaneve) è pro-Palestina, Gal Gadot che interpreta la Regina cattiva è israeliana e quindi contro Hamas. Tra le due sembrano volati stracci dietro le quinte, lite proseguita su X a colpi di post sulle loro opinioni politiche. Il conflitto interno ha portato ad una promozione ridimensionata, le due star si sono fatte vedere insieme il meno possibile e quando si sono presentate sul red carpet la tensione era evidente. Come se non bastassero il woke e la guerra, la Zegler ha lanciato la bomba prima dell’uscita del film su “un principe azzurro che oggi sarebbe ritenuto uno stalker” e ha attaccato l’attuale presidente degli Usa e il suo elettorato: “Possano i sostenitori di Trump, gli elettori di Trump e Trump stesso non conoscere mai la pace”, salvo poi chiedere scusa.
Crisi Disney
La tempesta perfetta che ha distrutto un capolavoro, ennesimo fallimento della Disney che si è resa protagonista di diversi flop, dal nuovo Captain America a Biancaneve passando per gli ultimi film di Star Wars. La Disney sta rileggendo all’insegna dell’inclusività i suoi capolavori, sprofondando in una crisi artistica senza precedenti fatta di prequel, sequel e remake che hanno stancato il pubblico. La casa di Topolino è alle prese da tempo con scarsa creatività e psicosi moraleggiante, senza dimenticare la crisi diffusa del cinema in generale: l’epoca d’oro pare essere terminata.