La Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva il decreto fiscale con 151 voti favorevoli, 111 contrari e 4 astenuti. Il provvedimento, già passato in Senato, diventa così legge, portando con sé una serie di misure mirate al sostegno della Nazione, in un momento particolarmente complesso, ricco di sfide economiche e sociali.
Si tratta di un decreto omnibus, arricchito di misure eterogenee che vanno dal sociale alla fiscalità, fino al finanziamento pubblico ai partiti.
Nel provvedimento, è confluito anche il decreto con il concordato bis, riaperto fino al 12 dicembre, e l’allargamento della platea del bonus Natale. E ancora, risorse per quasi 4,7 miliardi per il credito di imposta Transizione 4.0. Novità anche sul fronte del payback farmaceutico. Si prevede, infatti, che nella definizione delle quote spettanti alle Regioni da parte delle aziende, l’Aifa tenga conto non più solo del principio del numero degli abitanti, ma anche della quantità di sforamento. 20 milioni in più anche per gli straordinari delle forze armate e stanziamenti per 343 milioni per Autostrade dello Stato e altri fondi per combattere l’emergenza del granchio blu e per la digitalizzazione della p.a.
Via libera anche a una misura che consente agli enti locali di continuare ad usare per tutto il prossimo anno le risorse erogate per il Covid nel 2020 e 2021, al fine di abbattere le liste d’attesa.
Tra le misure più rilevanti introdotte dal decreto, spicca poi il rifinanziamento dell’Ape Sociale per il 2024. Questo strumento, rivolto ai lavoratori in difficoltà, rappresenta un importante sostegno per chi vive situazioni di vulnerabilità, confermando l’attenzione del Governo, verso le fasce più fragili della popolazione.
In vista del Giubileo del 2025, sono stati stanziati 4 milioni di euro destinati a Roma. Un pacchetto di risorse strategiche per preparare la Capitale a un evento che attirerà milioni di turisti da tutto il mondo, rafforzando il prestigio internazionale dell’Italia. Il Governo è già stato chiaro: vigilerà sull’efficienza e la trasparenza della gestione di questi fondi, per evitare sprechi e garantire risultati concreti.
Sul fronte delle imprese, il decreto introduce una novità importante: il rinvio a gennaio della seconda rata di acconto delle imposte dirette per le partite IVA con redditi inferiori a 170mila euro, con la possibilità di rateizzazione. Questo intervento, seppur temporaneo, offre un po’ di respiro ai lavoratori autonomi e alle piccole imprese, duramente colpite dal peso fiscale e dall’incertezza economica.
Un’altra misura introdotta dal decreto, riguarda l’aumento dei fondi pubblici per i partiti tramite il 2×1000, con il tetto massimo che sale a circa 30 milioni di euro. Questa decisione, mira a rafforzare la trasparenza nel finanziamento della politica, offrendo ai cittadini uno strumento ulteriore per sostenere i partiti che ritengono meritevoli, tutelando il pluralismo e la democrazia.
Nonostante le poche risorse e la situazione complessa, il governo ha dimostrato di saper bilanciare esigenze diverse: da una parte supportare lavoratori e imprese; dall’altro, investire sul futuro dell’Italia. Nonostante le critiche pretestuose dell’opposizione, queste misure sono l’ennesima prova una visione concreta di crescita e stabilità per l’Italia.