Il problema c’è e viene evidentemente percepito da tutti: non si può avere paura di chiedere un biglietto su un treno. La storia del capotreno accoltellato a Rivarolo, in provincia di Genova, ha scosso l’Italia, anche a causa dello sciopero del trasporto pubblico di 8 ore proclamato dalle sigle sindacali. Parecchi i disagi per i viaggiatori e i pendolari, con treni in ritardo anche più di un’ora, ma almeno la causa è di quelle giuste. Almeno così è superficialmente, perché tra cancellazioni e ritardi, a sinistra hanno voluto lanciare critiche al governo anche in merito. Ma è pura ipocrisia progressista.
Una situazione intollerabile
Ad accoltellare e ad aggredire l’uomo ci hanno pensato due ragazzi, il più grande dei quali (21 anni) è egiziano. Insieme a lui una ragazza di 16 anni, italiana ma con origine straniere. Secondo quanto raccontato da Genova Today, entrambi erano senza biglietto e alla richiesta del controllore, i due hanno risposto colpendolo con calci, pugni sputi, schiaffi e poi con alcuni colpi di coltello. Il dipendente è rimasto ferito gravemente, è stato trasportato in ospedale in codice rosso ma per fortuna non era in pericolo di vita. Anche se poteva andare molto peggio. Dopo una breve fuga, il ragazzo è stato arrestato con le accuse di lesioni aggravate e resistenza a pubblico ufficiale, mentre la 16enne è stata denunciata per gli stessi reati. La storia indica chiaramente qual è il problema e soltanto chi è ideologicamente schierato non riesce a notarlo. E l’intervista rilasciata a Repubblica dalla segretaria di Filt Cgil di Genova e ripresa questa mattina da La Verità, aggrava la situazione: “Il primo consiglio che diamo ai colleghi neo assunti è l’autotutela. Significa che, con un po’ di esperienza, si capisce quando un passeggero può creare problemi e allora si evita di chiedere il biglietto”. Ecco, dunque, il problema: perché un controllore deve essere costretto a questo? Perché una persona può girare liberamente con un coltello e fare di testa sua senza poter essere fermato? E dunque fanno bene le sigle sindacali a protestare contro un problema sicurezza intollerabile. “La gravità e l’intollerabilità di tali episodi non consente indugi e necessita urgentemente di un fermo e risoluto intervento a tutela della sicurezza e dell’incolumità delle lavoratrici e dei lavoratori che quotidianamente prestano servizio alla collettività”.
La protesta della Cgil non ha senso
Tutto giusto e condivisibile. Ma c’è da porsi varie domande: da dove arriva il pericolo per la sicurezza, ad esempio. Perché l’evidenza dei fatti ci dice di nuovo che l’ennesimo caso di violenza è stato provocato un immigrato. Ed è risaputo che, come confermano anche studi dotati di una certa autorevolezza, i reati commessi da immigrati sono in percentuale maggiori di quanti siano in percentuale gli extracomunitari rispetto alla popolazione italiana. Insomma, il tasso di criminalità è maggiore tra gli extracomunitari che tra gli italiani. E allora alla protesta, giusta, dei sindacati, sarebbe stato più opportuno che si aggiungesse però il ripudio della Cgil alle sue battaglie pro-accoglienza, pro-immigrati e pro-clandestini. Basta fare un giro sul sito del sindacato rosso per comprendere la sua attenzione e la sua direzione nei confronti del fenomeno migratorio: ad agosto di quest’anno, la Cgil si schierava ad esempio contro i Cpr e contro, dunque, le politiche dei rimpatri, reputando le strutture “al centro di numerose inchieste e denunce per le condizioni di vita in cui le persone trattenute sono costrette a vivere e per l’assenza di qualsiasi tipo di garanzia e per i trattamenti inumani e degradanti a cui sono esposte”, chiedendo “che tutti i CPR vengano chiusi”. E quindi giù la maschera, perché non ha senso protestare contro gli effetti di ciò che si è voluto.
Tolte le “toghe rosse”, le “cooperative rosse”, i “sindacati rossi”, le “onlus rosse”, le “ONG rosse”, i trafficanti di esseri umani, i trafficanti di stupefacenti, le mafie di tutti i tipi, i terroristi di tutti i tipi, ladri, truffatori, furbetti, evasori, approfittatori, avvoltoi, figli di Putin, farisei, etc., etc., etc….. Rimarrà un 70% di italiani che vogliono un paese LIBERO, SOLIDALE, GIUSTO, CON UGUALI DIRITTI E DOVERI, PROSPEROSO, CHE DIA SPERANZA AI NOSTRI FIGLI? E soprattutto SICURO? E allora, ai delinquenti che non vogliono scontare la pena in Italia, si dà loro un’opportunità: “che tornino da dove sono venuti!”. Questo 70% mi aspetto che apra gli occhi e, alle prossime elezioni, voti per l’Italia, come hanno fatto gli americani per l’America!
Che cosa si chiede concretamente con questo sciopero, di spendere più soldi per la sicurezza? in che modo? potrei suggerirvi di licenziare le toghe rosse, ma come bambini capricciosi non sapete quel che volete!