La Corte Costituzionale della Repubblica di Romania ha deciso di annullare il primo turno delle elezioni presidenziali nel Paese, istanza nella quale aveva vinto il candidato di destra, Calin Georgescu.
Giovedì e venerdì, la corte ha ricevuto diverse richieste di annullamento delle elezioni. Le richieste si basavano su documenti declassificati dal Consiglio Supremo di Difesa Nazionale, secondo i quali la campagna del candidato vincente sarebbe stata il risultato di una “manipolazione orchestrata dall’esterno del Paese”.
Con un’affluenza del 52%, Georgescu aveva ottenuto il 22,9% dei voti, seguito da Elena Lasconi, dell’Unione Salvate la Romania (USR), che aveva raccolto il 19,17%. Nessun sondaggio aveva previsto la vittoria del candidato indipendente, che aveva utilizzato TikTok come parte centrale della sua strategia di comunicazione, raggiungendo rapidamente una notevole popolarità.
In questo contesto, la Commissione Europea ha minacciato di aprire un’indagine sul ruolo del social network nella citata prima tornata elettorale presidenziale in Romania.
La vittoria di Georgescu è stata descritta dai media occidentali con termini come sorpresa, choc e terremoto. Questi sentimenti derivano dalla reputazione del candidato, un politico relativamente impopolare, noto per le sue dichiarazioni contro la NATO e l’Ucraina.
D’altra parte, i sondaggi rispetto al secondo turno (che si sarebbe dovuto svolgere domenica prossima) davano Georgescu vincitore con il 63%.
Chi è Calin Georgescu?
Calin Georgescu, politico di destra di 62 anni, si è laureato all’Università di Scienze Agrarie e Veterinarie e alla Scuola Nazionale di Difesa di Bucarest.
Ha iniziato la sua carriera come professore universitario, ha lavorato successivamente al Ministero dell’Ambiente ed è stato rappresentante della Romania nel Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente.
È noto per la sua retorica contro la NATO. Ha definito il sistema di difesa antimissilistica della NATO a Deveselu (Romania) una “vergogna diplomatica” e ha sostenuto che l’alleanza non proteggerebbe i suoi membri in caso di attacco russo.
In un’intervista concessa al giornalista rumeno Mihai Tatulici, Georgescu ha sostenuto la neutralità della Romania nella guerra in Ucraina: “È evidente che la situazione in Ucraina è manipolata. Il conflitto è orchestrato per servire gli interessi del complesso militare-industriale statunitense. Come nazione, la nostra priorità dovrebbe essere di rimanere neutrali in qualsiasi conflitto. Ciò che accade lì non ci riguarda”.
Il presidente della AUR (Alleanza per l’Unione dei Rumeni), George Simion, ha commentato con durezza la decisione del tribunale. Queste le sue dichiarazioni:
Dichiarazioni di Simion
“Il Tribunale Costituzionale della Romania getta il Paese nel caos! Colpo di stato in atto! Nove giudici politicamente nominati alla Corte Costituzionale (CCR) hanno deciso di annullare la volontà dei rumeni, spaventati dal fatto che un candidato esterno al sistema avesse tutte le possibilità di diventare il presidente della Romania!
Ciò che sta accadendo ora non ha precedenti.
La stessa Corte Costituzionale, solo pochi giorni fa, aveva convalidato lo stesso processo elettorale! E oggi, dalle prime ore del mattino, i rumeni della diaspora stanno esercitando il loro diritto di voto per il secondo turno.
Invitiamo alla calma!
Le persone non devono agire con violenza. Questo abuso deve essere punito democraticamente, dai cittadini!
Aspettiamo la motivazione della CCR, ma in questo momento non possiamo più parlare di democrazia in Romania, bensì di uno Stato catturato dagli interessi di altri gruppi.
Non ci arrendiamo! Lotteremo fino alla fine!”
Sembra che, di fronte alla sconfitta imminente, l’establishment globalista abbia fatto di tutto per compromettere il normale svolgimento democratico. Una sceneggiatura che, purtroppo, stiamo vedendo sempre più spesso. La volontà del popolo rumeno deve essere rispettata, anche quando il vincitore non piace alla sinistra.