La Corea del Sud, dopo la grave crisi istituzionale apertasi alla fine dell’anno scorso, non riesce ancora a trovare pace. Il Paese rimane spaccato e migliaia di persone, sia i sostenitori da una parte che gli oppositori dall’altra del deposto presidente Yoon Suk-yeol, hanno manifestato a Seul nonostante la neve e il freddo. Naturalmente, i supporter di Yoon chiedono che il Parlamento annulli il procedimento di impeachment avviato a carico del presidente mentre i detrattori del Capo dello Stato sudcoreano invocano il suo immediato arresto. Il mandato d’arresto per Yoon Suk-yeol scade fra pochissimo e venerdì scorso vi è stato un tentativo di fare scattare le manette ai polsi del presidente, ma le Autorità di polizia hanno poi rinunciato a tradurre in carcere Yoon per non esacerbare ancora di più un clima politico già piuttosto infuocato, nei palazzi del potere e sulle strade. Una folla, magari composta sia dagli amici del presidente che dai suoi nemici, staziona davanti alla residenza di Yoon, nella capitale Seul, e la possibilità di scontri fisici è concreta. Non è da escludere che la polizia provi di nuovo ad imprigionare il sospeso Capo dello Stato, ma essa potrebbe trovarsi costretta a menare le mani.
Yoon Suk-yeol è andato incontro ad un inizio di impeachment e al mandato d’arresto per avere tentato di imporre la legge marziale in Corea del Sud all’inizio del dicembre scorso. Si è trattato di una mossa sorprendente e indecifrabile che è stata poi revocata in maniera fulminea nel giro di non molte ore, ma il rapido ripensamento non è comunque servito ad evitare determinati guai. Al momento, Yoon è un presidente più sospeso che totalmente deposto e di fatto rimane in carica in attesa di una sentenza della Corte costituzionale sudcoreana in merito all’impeachment. È diventato presidente ad interim il ministro delle Finanze Choi Sang-mok dopo la messa in stato d’accusa di un primo sostituto di Yoon, Han Duck-soo, giudicato dalla Assemblea nazionale, il Parlamento di Seul, e dai partiti di opposizione come una figura politica troppo compromessa con la scelta di imporre la legge marziale. Quella sudcoreana è una democrazia abbastanza giovane che si è realizzata appieno solo negli anni Novanta, dopo un susseguirsi di colpi di Stato e regimi autocratici, ma ora sono in vigore radicati pesi e contrappesi, infatti la forzatura che doveva instaurare la legge marziale è stata subito bloccata. Quindi, in un sistema pluralista ormai compiuto, è bene che si appiani al più presto lo scontro istituzionale caratterizzato da ben due processi di impeachment in corso simultaneamente.
La Corea del Sud è un Paese molto avanzato a livello economico e tecnologico, ed è la quarta potenza in Asia dopo Cina, Giappone e India. Oltre agli elevati standard economico-sociali, tale Nazione ricopre un ruolo di argine essenziale alle mire dell’altra Corea, quella del Nord dominata dalla monarchia comunista dei Kim, che costituisce una minaccia non solo per la vicina Seul, ma per il mondo. I soldati di Kim Jong-un stanno combattendo in Ucraina al fianco di quelli di Vladimir Putin. La Corea del Sud riveste una cruciale importanza in Asia, insieme a Giappone, Taiwan e Filippine, per la stabilità mondiale e gli interessi occidentali, e contro le manovre di Cina e Russia. Seul non si può permettere, pertanto, uno stallo politico così lacerante. Le vicende asiatiche ci sembrano talvolta come un qualcosa di parecchio distante da noi, non troppo determinante insomma per le nostre vite, ma la tenuta di Nazioni amiche di quel continente ci riguarda in realtà molto da vicino.