Giovedì 19 dicembre attorno alle 12:30 nell’albergo in cui alloggiava a Teheran, i servizi di sicurezza dell’Iran hanno arrestato Cecilia Sala, 29 anni, giornalista del Foglio e autrice del podcast quotidiano Stories sulla piattaforma Chora, Da allora Sala si trova in una cella d’isolamento nella prigione di Evin, dove vengono detenuti dissidenti iraniani e cittadini stranieri. Da giorni sono in corso trattative tra il governo italiano e il governo iraniano per la liberazione di Sala e i negoziatori italiani avevano chiesto il massimo riserbo al fine di non comprometterle.
Cecilia Sala è nata a Roma, il 26 luglio 1995. Nel 2014, a 19 anni, si trasferisce a Milano, dove studia Economia all’Università Luigi Bocconi. Prima di conseguire la laurea triennale, nel 2018 interrompe questo percorso per dedicarsi a tempo pieno alla professione di giornalista. Conosciuta soprattutto per le sue inchieste dai fronti caldi di tutto il mondo, dall’Afghanistan all’Iran, era partita da Roma lo scorso 12 dicembre. Sarebbe dovuta rientrare in Italia il giorno seguente, l’ambasciata iraniana a Roma le aveva concesso infatti un visto giornalistico della durata di otto giorni per lavorare in Iran, ma è stata portata nel carcere di Evin. Le accuse a suo carico non sono ancora state formalizzate.
Prima dell’arresto la giornalista si trovava in Iran da una settimana. Aveva raccontato nel suo podcast storie sul patriarcato nel paese e sulla comica iraniana Zeinab Musavi, arrestata dal regime per gli sketch di uno dei suoi personaggi. Aveva parlato anche con Hossein Kanaani, uno dei fondatori delle Guardie rivoluzionarie che per quasi mezzo secolo aveva contribuito a creare l’estesa rete di milizie filo-iraniane operanti in mezzo Medio Oriente.
Il governo italiano si è mosso fin da subito. La mattina di venerdì 20 dicembre il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il ministro degli Esteri Antonio Tajani sono stati informati. Per le prime 24 ore Sala è stata tenuta in custodia senza possibilità di comunicare con nessuno. Poi le hanno permesso di fare due telefonate, una alla famiglia e una al suo compagno, il giornalista del Post Daniele Raineri. Durante le telefonate, Sala ha detto di stare bene e di non essere ferita. Si sospetta che abbia dovuto leggere un testo scritto, perché ha usato alcune espressioni non comuni in italiano e non le è stato permesso di dare altre informazioni. L’ambasciatrice italiana Paola Amadei ha potuto incontrare Cecilia Sala in carcere solamente oggi.
Su disposizione del ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, l’ambasciata e il consolato d’Italia a Teheran stanno seguendo il caso” dell’arresto della giornalista Cecilia Sala con la massima attenzione. In coordinamento con la presidenza del Consiglio, la Farnesina sta lavorando con le autorità iraniane per chiarire la situazione legale di Sala e verificare le condizioni della sua detenzione.