La gran confusione si chiama bonus bebè

Che gli italiani non nascano più, o che almeno quelli che muoiono siano più di quelli che nascono, è fuori discussione. E anche se sembra che nessuno se ne renda conto, questo vuol dire un enorme problema per il futuro, anche dal punto di vista dello stato sociale. Avete presente quando vi dicono che gli immigrati pagheranno le nostre pensioni? Ebbene, è evidentemente una scemenza, che però si poggia su una realtà: se continua così, chi pagherà le pensioni degli anziani tra una ventina di anni?
E’ evidente, meno che per gli stolti, che senza un’adeguata politica di supporto per le famiglie, la situazione non potrà non peggiorare. Di contro, cominciare a creare programmi organici affinché si possa far nascere e crescere un figlio senza doverlo considerare “un bene di lusso”, è quello che si deve assolutamente fare. Per ora non c’è molto che possa aiutare, anche se qualcosa c’è. Però, caso mai servisse, a peggiorare la situazione arriva anche l’impianto confusionario delle nostre leggi, e l’impossibilità molto spesso di riuscire a informarsi.
Così, ecco qui di seguito una mini guida a questa giungla che permetta a qualcuno di accedere a benefici che, probabilmente, nemmeno sa di poter ottenere.
Per cominciare sappiate che esiste il “Bonus mamma domani” che, al di là del nome un po’ cinematografico, prevede un assegno concesso dallo Stato alla futura mamma a prescindere di qualunque sia il suo reddito. L’importo è di 800 euro – non ci si “svolta” ma meglio che niente – ed è destinato a tutte le future mamme che abbiano superato il settimo mese di gestazione fino al primo anno d’età del nuovo arrivato. Per ottenere gli 800 euro basta presentare un certificato medico rilasciato da un ginecologo del Sistema sanitario nazionale, e inoltrare domanda all’Inps direttamente online oppure tramite un patronato. Il “bonus mamma domani” si applica anche per le adozioni o i minori in affido.
C’è poi il contributo per l’asilo nido, anch’esso indipendente dal reddito dei genitori. Istituito anni fa, è stato riconfermato anche per il 2019, mentre non si sa se ci sarà ancora negli anni successivi. Si tratta comunque di un assegno da 1.500 euro come contributo per il pagamento dell’asilo nido e si ottiene presentando la documentazione che accerti l’iscrizione del piccolo.
Arriviamo ora ai contributi che invece si rivolgono a particolari fasce di reddito, per lo più considerate deboli. Per il primo figlio – naturale, adottato o in affido – alla famiglia viene destinato un aiuto finanziario in base al reddito percepito. Sono 80 euro al mese per redditi Isee sotto ai 25mila euro, oppure 160 euro per redditi Isee inferiori ai 7000 euro all’anno. L’arrivo di un altro bimbo – come inserito nell’emendamento Omnibus del decreto fiscale 2019 – comporta un aumento del 20% dell’assegno: è un contributo pari a 96 euro al messe se si percepiscono meno di 25mila euro all’anno, che salgono a 192 euro sotto ai 7mila euro di reddito.
Vediamo ora cosa prevede lo Stato come sostegno per le famiglie numerose e cominciamo col dire che per essere considerata tale, una famiglia deve avere a carico almeno tre figlioli. In questo primo caso, e cioè proprio una famiglia con 3 minori, le agevolazioni sono legate al reddito della stessa. Per ottenere un aiuto di 141 euro al mese non si deve superare il reddito di 8.555.99 euro all’anno – sarebbe interessante capire il perché di questa cifra così dettagliata, vero spartiacque con gli 8556 euro, ma sarà l’ennesimo magheggio della burocrazia -. Nel caso qui illustrato, il denaro verrà corrisposto in due assegni annuali, concessi dal Comune di residenza ma erogati dall’Inps, naturalmente se nel frattempo la famigliola con 3 figlioli a carico e reddito sotto agli 8500 annui non sarà stata sterminata dalla fame. Diverso il discorso se si supera la soglia dei 3 figli. Dai 4 figli in poi, ci sarà una detrazione fissa annua di 1200 euro totali indipendentemente dal reddito percepito. Una scemenza, lasciatecelo dire. Come si può equiparare un poveretto con 4 figli e uno stipendio di poche migliaia di euro all’anno con, ad esempio, l’ex ministro Del Rio, che ha certamente una famiglia numerosa ma un ben altro reddito?
Detto ciò non resta che sottolineare come a fronte di tante scempiaggini non esista una vera politica per la famiglia, qualcosa di organico, che permetta agli italiani di tornare a fare figli in serenità. Da anni, in proposito, si batte Giorgia Meloni leader di Fratelli d’Italia, che sta portando avanti anche proposte di legge che vedano un vero e proprio carniere protetto per i prodotti dedicati alla prima infanzia, come pannolini e latte in polvere, per altro venduti a prezzi nettamente più bassi dei nostri negli altri stati europei, come ad esempio Francia e Germania.
Speriamo in qualche soluzione felice.

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RK Montanari
RK Montanarihttps://www.lavocedelpatriota.it
Viaggiatrice instancabile, appassionata di fantasy, innamorata della sua Italia.

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