La guerra tra Biden e Trump

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Cosa sta succedendo – veramente – negli Stati Uniti? La realtà è ben diversa da come ce la raccontano i media mainstream, da anni palesemente schierati con la narrazione della sinistra radical chic nel tentativo di imporci un modello di società sempre più globalizzata omologandoci ai dettami del pensiero unico e del politicamente corretto.

Noi italiani lo sappiamo bene: i “democratici” rimangono tali solo quando vincono loro, e quando perdono tentano in tutti i modi di sovvertire la volontà popolare. Non potendo trarre linfa dalle proprie idee (inesistenti o del tutto minoritarie) la sinistra ha sempre puntato sulla delegittimazione dell’avversario, dimostrando di anteporre la conservazione del potere al bene comune.

Premessa che sta alla base della vera e propria guerra tra Biden e Trump, con quest’ultimo costretto a fronteggiare attacchi quotidiani provenienti dall’establishment democratico a tutti i livelli: politico, mediatico e giudiziario.

In questa prima puntata di Occidente 2024 non faccio altro che elencare i fatti per ciò che sono, senza omissioni sugli scandali relativi agli affari della famiglia Biden che ora stanno emergendo dopo essere stati letteralmente silenziati da media e piattaforme social durante la campagna elettorale del 2020. Uno scandalo nello scandalo, insomma.

Le elezioni europee di giugno e le presidenziali americane di novembre si stagliano sullo sfondo di un 2024 che ridisegnerà i connotati dell’intero Occidente: motivo per cui ho dato questo nome alla mia nuova rubrica, uno spazio che utilizzerò per raccontarvi i fatti che i grandi giornali sono abituati a distorcere e censurare. Con buona pace della democrazia.

Buona visione!

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2 Commenti

  1. Caro Alessandro, sicuramente ascolterò le tue comunicazioni, nella speranza di trovare un motivo positivo per sostenere la persona Trump quale “nostro candidato” alla Presidenza degli USA.
    Già a margine di un tuo precedente intervento ho osservato che non mi basta sapere che Trump contrasta l’ideologia totalitaria e oscurantista dei cosiddetti “democratici”.
    Non è vero che i nemici dei miei nemici sono necessariamente miei amici.
    Quindi giustamente evidenzi il malaffare e la scorrettezza legati alla “cordata Biden”, ma non mi basta per essere sostenitore di Trump, le cui idee e linee politiche forse sono state poco diffuse e forse distorte, ma a un comune uditore dei fatti politici appaiono soprattutto confuse, velleitarie, legate quanto il concorrente ad affari personali e molto lontane dal rispetto istituzionale che un Presidente dovrebbe promuovere.
    Quindi va bene evidenziare le malefatte dei “democratici”, ma nella mia candida ingenuità preferirei avere dall’altra parte un altro Reagan.
    Non c’è? E’ un pericoloso segno di decadenza della maggiore democrazia del mondo (non parlatemi dell’India…).
    Non mi impedirà, salvo ricredermi di fronte a un miracolo quale la trasformazione di un personaggio coma Trump in uno statista, di fare l’osservatore amareggiato ma non schierato, non per la parte politica, che mi vede da sempre repubblicano, ma per l’uomo.

    Giorgia è una grande statista, e lo ha dimostrato in pochi mesi, per chi ancora ne avesse avuto dubbio. Il Donald nemmeno in quattro anni. Neanche il Joe, e per amore della democrazia mi piacerebbe che anche da quella parte spuntasse un candidato decente.

    Con affetto

    Alessandro

    • Buongiorno Alessandro, anzitutto grazie per l’interesse e la passione che traspaiono dai suoi commenti. Seguo il “fenomeno Trump” sin dal giugno del 2015 e ho avuto l’opportunità di vivere dall’interno la nascita di quello che oggi possiamo tranquillamente definire il suo popolo, gestendo contatti diretti con migliaia di americani prevalentemente repubblicani (ma non solo) che rappresentano la cosiddetta maggioranza silenziosa: sono le stesse persone che una volta componevano quella “middle class” che è stata falcidiata dalla globalizzazione, e che a tutt’oggi si sente tradita sia dall’establishment democratico, sia da quello repubblicano (ormai resistono solo i RINOs). Ebbene, che piaccia o meno, Trump è riuscito a dare loro voce, e continua a farlo.

      Ciò detto, né io né La Voce del Patriota abbiamo la presunzione di indicare Trump come “nostro candidato”, ma semplicemente – come dico nel video – di riportare i fatti senza le distorsioni dei media mainstream, dopodiché ognuno trarrà le proprie conclusioni.

      Certo, se mi chiede un’opinione personale, non ho alcuna difficoltà ad affermare che a mio avviso un ritorno di Trump alla Casa Bianca sarebbe auspicabilissimo non solo per gli Stati Uniti, ma per l’Occidente intero. In ogni caso, se è interessato ad approfondire, nel mio “Tu sei il messaggio” troverà pane per i suoi denti.

      Un caro saluto.

      Alessandro Nardone

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