In quest’epoca contraddistinta da eventi le cui dinamiche sfuggono alla lettura poco attenta di molti, persino il rischio di un controllo di massa sulla nostra società sembra essere sottovalutato.
L’Italia, come l’Europa, non sembra neanche più convergere su quei valori, espressione della tradizione cristiana e della civiltà classica e occidentale di cui è stata parte e artefice. Di fronte poi a scenari politici dai contorni sinistri, in cui la democrazia sembra sospesa, c’è veramente bisogno di una forza politica, che definire Destra potrebbe essere riduttivo, la quale ripartendo dall’identità e dalla tradizione della propria Nazione, sappia essere fonte di orientamenti per il proprio popolo. Occorre una forza politica identitaria che, in continua evoluzione, sia ferma espressione della nostra tradizione, capace di tracciare orientamenti in termini etici e culturali, senza ricercare il consenso a ogni costo al fine di governare.
Ricercare il consenso a tutti i costi significa rivolgersi a un elettorato ampio e anche molto variegato, interpretandone soprattutto le esigenze di breve termine senza preoccuparsi troppo di un piano progettuale che miri a una salute sociale, economica e spirituale del proprio popolo, duratura nel tempo. Una Destra riconducibile a una forza politica identitaria non può permettersi, nel nome di un consenso generalizzato, di sacrificare certi argomenti irrinunciabili per chi si riconosce in quei valori cristiani, di patria e di famiglia; valori per niente scontati ma che ormai da tempo vengono trattati poco e in modo sommario e frammentario, al punto che i loro contenuti sembrano sbiadire un po’ come la nostra stessa identità.
In generale, la nostra società tende per consuetudine a vivere un’esistenza divisa in comparti stagni, cercando un’elevazione spirituale quando si è in chiesa o in preghiera, e inseguendo invece beni materiali, denaro e potere una volta fuori dal “tempio”. Una dicotomia che è la negazione stessa di una concezione più spirituale della vita. Bisogna poi aggiungere che il momento storico che stiamo vivendo non sembra essere una delle solite fasi di transizione viste in passato, ma qualcosa di più grande e significativo su cui, per come gli eventi stanno evolvendo, i credenti cristiani più attenti si stanno ponendo alcuni interrogativi. Assistiamo ormai da tempo alla sistematica messa in discussione di quei valori che, quale diretta conseguenza di una visione teocentrica dell’esistenza, si contrappongono a quella visione del tutto antropocentrica ormai predominante nella nostra società odierna, la quale sembra soffrire di delirio di onnipotenza e intenta a voler sovvertire l’ordine naturale delle cose in favore di un nuovo ordine mondiale dai contorni talmente “illuminati” da essere ritenuti luciferini da più di un credente cristiano.
Questa società moderna, alla quale per certi aspetti perfino le istituzioni ecclesiastiche sembrano adeguarsi, tende a voler travisare l’essenza del vero Cristianesimo, con la pretesa di associarlo unicamente a una qualche forma di buonismo, spesso da utilizzare come ricatto morale nei confronti dei credenti, i quali invece, è alla fede e alle Sacre Scritture che fanno riferimento, e non certo ad alcune forme di buonismo che tendono a giustificare persino quanto più di sbagliato ci possa essere per il Credo Cristiano.
La “Destra” che ci si auspica è una forza politica e culturale capace di farsi carico anche di questi contenuti, sicuramente divisivi all’interno della nostra società attuale. Occorre una Destra che, ripartendo dalle tradizioni e dalle radici culturali della nostra Nazione, possa essere punto di riferimento, scudo e voce per quella comunità che si riconosce nei valori sociali garanti delle pari opportunità e della meritocrazia, nei valori della famiglia tradizionale, nei valori classici di Patria, e nei valori cristiani e spirituali capaci di dare un senso all’ordine naturale delle cose e una visione olistica della nostra esistenza.
Una coalizione di destre eterogenee e la ricerca affannosa del consenso elettorale tendono a minare tali propositi e a dimostrarsi altresì controproducenti.
La Destra che Fratelli d’Italia rappresenta, deve forse coltivare maggiormente l’aspetto culturale e intellettuale della propria identità ma può senz’altro ritenersi espressione di una tradizione storica antica che affonda le proprie radici nella nostra stessa civiltà classica e occidentale, motivo per cui può solo rimanere fedele a certi orientamenti per rimanere fedele a sé stessa e alla comunità che rappresenta.
Oggi di fronte alla nascita di un nuovo governo a trazione Draghi, Fratelli d’Italia è chiamata a una scelta di schieramento e non può che essere all’opposizione di chi, nel passato e nel presente, si è prestato a disegni politici non certo espressione dei valori identitari di una Destra sociale, patriottica, tradizionalista, cristiana e “sovranista”.
La comunità che Fratelli d’Italia può rappresentare è sicuramente più ampia di quella che conosciamo in termini di consenso elettorale finora riscosso, e i sondaggi vanno oggi in questa direzione. Man mano che si farà chiarezza sullo scenario politico, con Fratelli d’Italia all’opposizione nel rispetto dei propri ideali e valori, potremmo verosimilmente assistere a un ricompattamento graduale integrale di quella comunità al momento ancora disorientata, che potrebbe sicuramente individuare in Fratelli d’Italia la forza politica di riferimento.
In termini di consenso, identità e coerenza premiano comunque. La condotta coerente e lungimirante assunta finora da Giorgia Meloni e da Fratelli d’Italia nel sostenere e portare avanti le battaglie sui diversi contenuti politici è stata premiata nell’ultimo biennio, come i sondaggi confermano, con un continuo incremento di consenso. Va perciò affermato che nessun elettore di Fratelli d’Italia dovrebbe rimanere scontento della ferma opposizione costruttiva dichiarata da Giorgia Meloni al governo Draghi.
Analizzando la situazione politica attuale, ci sono margini ampi per un prevedibile ulteriore incremento di consenso che potrebbe arrivare da diverse direzioni. Con molta probabilità quei sostenitori di una destra marcatamente sociale, patriottica e tradizionalista, non appartenenti al “centro” destra, soprattutto se a trazione Berlusconi, che nell’ultimo decennio hanno disertato la cabina elettorale oppure annullato o disperso il proprio voto, potrebbero alle prossime elezioni convergerlo su Fratelli d’Italia. Altro consenso potrebbe arrivare da alcuni elettori della Lega, scontenti delle dichiarazioni e delle prese di posizione leghiste in favore del nuovo governo Draghi. Va puntualizzato che una parte di questo ulteriore consenso rappresenterebbe a rigor di termini un rientro di quell’elettorato di Fratelli d’Italia che alle ultime elezioni nazionali aveva votato Lega. Il motivo di tale dirottamento di voti è riconducibile ancora una volta al voler scongiurare il rischio di una coalizione di “centro” destra a guida Berlusconi-Forza Italia. Concentrando i voti sulla Lega, che già ne aveva più di Fratelli d’Italia, è stato possibile cambiare e spostare più a destra la leadership all’interno della coalizione.
Oggi, considerato il minor peso che Forza Italia e Berlusconi esercitano nella coalizione, dati i risultati registrati alle ultime elezioni nazionali e date le intenzioni di voto confermate dai sondaggi attuali, Fratelli d’Italia potrebbe beneficiare di un considerevole consenso.
Va inoltre tenuto in considerazione che oggi Fratelli d’Italia potrebbe potenzialmente attingere a una, seppur minoritaria, porzione dell’elettorato del Movimento 5 Stelle, quello che si riconosce nel cosiddetto “sovranismo”.
Fratelli d’Italia ha il potenziale per diventare forza maggioritaria sia d’opposizione che di tutto quello che fino a oggi ha rappresentato quel centro destra che in un prossimo futuro potrebbe non esistere più per come lo abbiamo conosciuto. Occorre perciò considerare e ipotizzare scenari differenti che potrebbero vedere Fratelli d’Italia forza politica di maggioranza relativa, all’interno di una coalizione in qualche modo trasformata o ridisegnata, magari non in grado di raggiungere una maggioranza assoluta in seno a un parlamento che si dimostri avverso a forze o coalizioni “sovraniste” che si oppongono al pensiero unico o a un nuovo ordine mondiale. Nel concreto, non è da escludere che certe forze politiche moderate dell’attuale coalizione che contano su Fratelli d’Italia come alleato leale, potrebbero al momento opportuno non accettarne la leadership e rompere l’alleanza per non “sfigurare” di fronte ad altre forze parlamentari. Ecco perché a ogni modo l’obiettivo non è quello di governare a tutti i costi, bensì quello di portare avanti una missione dando battaglia per i nostri valori identitari.
Le prossime elezioni di Roma saranno un banco di prova e Fratelli d’Italia dovrà impiegare donne e uomini che più conoscono la città eterna e l’area metropolitana del Latium Vetus, e che più sono adatti a risolverne questioni e problemi, senza seguire logiche gerarchiche di partito che possono dimostrarsi necessarie per altri scopi.
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