La linea sottile che divide ciò che è giusto da ciò che è opportuno

Negli Usa Biden conferisce le medaglie della libertà a 19 personalità di spicco. E molti sono suoi noti e facoltosi sostenitori.

Mentre Giorgia Meloni si reca da Donald Trump in Florida per lavorare sin da subito a livello bilaterale con la potenza statunitense, il Presidente uscente Joe Biden sfrutta i suoi ultimi giorni alla Casa Bianca per conferire le cosiddette ‘medal of freedom’, ovvero le “medaglie presidenziali della libertà”.

Istituite con John F Kennedy, ancora oggi rappresentano “la più alta onorificenza civile degli Stati Uniti, conferita a persone che hanno dato un contributo esemplare alla prosperità, ai valori o alla sicurezza degli Stati Uniti, alla pace nel mondo o ad altre importanti iniziative sociali, pubbliche o private”, così come si legge sul sito ufficiale della White House.

Tra le 19 personalità premiate Hillary Clinton, Anna Wintour e George Soros. Tutti buoni amici del Presidente uscente

Diciannove le personalità premiate nel pomeriggio di ieri, 4 gennaio 2025, tra cui spiccano volti noti del mondo della moda, della cultura, dello sport e dell’imprenditoria. E curiosamente, molti di questi personaggi sono noti anche per il loro spiccato appoggio al partito democratico. E per una buona dose di criticità nei confronti di Trump.

Abbiamo, in primis, Hillary Clinton, ex first lady, senatrice e segretario di stato, oltre che diretta ‘sfidante’ del tycoon nel 2016. Elezioni, quelle di quasi dieci anni fa, dove non risparmiò attacchi al candidato repubblicano.

Ma va poi menzionato lo stilista Ralph Lauren (notoriamente molto apprezzato da Lady Biden) e, soprattutto, la direttrice di Vogue e del gruppo Conde Nast, Anna Wintour, la quale, durante la settimana della moda 2024 a Parigi, decise addirittura di organizzare un evento per la raccolta fondi proprio a favore del candidato democratico, con biglietti che partivano dai 500 dollari fino ad oltre 10.000.

Infine George Soros, l’imprenditore e filantropo miliardario che ha sempre sostenuto in maniera molto generosa Joe Biden in particolare- e le cause democratiche e progressiste in generale.

La mano poco oggettiva di Biden sulle questioni interne

Ora, se tutto ciò è assolutamente legittimo e anche costituzionalmente riconosciuto, si fatica a non notare un certo sotto-messaggio che il Presidente uscente ha voluto mandare al pubblico. E cioè, quello-ben chiaro- che il lavoro svolto alle sue spalle da diversi suoi sostenitori, è stato premiato anche attraverso un riconoscimento ufficiale e di altissimo livello. E che quegli stessi sostenitori, non sono di certo dalla parte del nuovo leader repubblicano.

E questo appare, in fin dei conti, anche una mossa piuttosto azzardata, sotto un certo punto di vista. Dal momento che, nonostante i personaggi insigniti della medaglia americana siano altamente e superbamente meritevoli di tale riconoscimento, questo pare quasi più un ringraziamento per aver combattuto una battaglia insieme piuttosto che un semplice e legittimo riconoscimento.

Ma d’altronde, Joe Biden è oramai ben noto per non sapere gestire in maniera del tutto oggettiva il ruolo da lui ricoperto, tanto da aver concesso la grazia proprio a suo figlio Hunter (coinvolto in due distinti processi per possesso illegale di un’arma e per evasione fiscale), nonostante le promesse di non interferire. Per finire poi a giustificarsi con un semplice: “Avevo detto che non avrei interferito con il processo decisionale del dipartimento di giustizia e ho mantenuto la parola ma Hunter è stato perseguito in modo selettivo e iniquo per colpire me”.

Insomma, negli Stati Uniti- ma non solo- il concetto di democrazia e di giustizia continua ad essere spesso manipolato a seconda di cosa e a chi conviene. E questo accade sempre più spesso proprio a causa di quei millantatori di democrazia e giustizia che, alla fine dei conti, di democratico e giusto hanno ben poco.

Con il 2025 e con il nuovo assetto mondiale che si sta già delineando, tutto ciò ha buone probabilità di essere ribaltato, grazie all’intervento di nuovi protagonisti politici e istituzionali che si stanno inserendo e lavorando sempre di più a livello sovranazionale, a partire proprio dall’Italia.

Per fare ciò, è bene ricordare, come scriveva Tolkien, che: “Dietro è la casa, davanti a noi il mondo”.  Perché solo così, ricordando e preservando le nostre origini, ma guardando comunque in avanti, potremmo davvero costruire un nuovo sistema più libero e più giusto per tutti.

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