Scoppia il caso sugli sbarchi, dall’insediamento del governo Meloni, sono aumentate le domande accolte dai giudici, dei migranti espulsi.
A confermare che il vento sia cambiato negli ultimi due anni, ci sono i dati, dal 2022 infatti, risultano essere stati accolti l’86% dei ricorsi presentati dai migranti che si erano visti rifiutare la protezione.
Una percentuale che stona, come riporta “Il Giornale’’ con gli anni precedenti, in cui la situazione era molto diversa:
Tra 2015 e 2020 le sentenze dei giudici erano più spesso allineate alla decisione del ministero dell’Interno (solo nel 2016 avevano prevalso di poco – 53% a 47% – i ricorsi accolti), arrivando a confermare le decisioni sul no alla domanda in 65 casi su 100 nel 2019.
Cifre che fanno pensare a una vera e propria “resistenza’’, alle politiche migratorie messe in campo dal governo per la gestione dei flussi.
La vicenda di Porto Empedocle, “Un nuovo caso Apostolico’’
L’ultimo episodio, risalente a pochi giorni fa, riguarda due gip del tribunale di Palermo che hanno rifiutato, lasciandoli andare, la convalida del trattenimento per cinque tunisini sbarcati a Porto Empedocle, che avevano presentato domanda di protezione internazionale. Su sei uomini trattenuti, cinque sono stati liberati dai giudici di Palermo, che non hanno convalidato la loro detenzione, ritenendo insufficienti le motivazioni fornite dalla questura di Agrigento
Con il decreto Cutro, introdotto ormai un anno fa dal Governo Meloni, è stata introdotta la possibilità di trattenere lo straniero che presenti la domanda di protezione internazionale, nel caso in cui provenga da un Paese ritenuto “sicuro’’, o se viene fermato dopo aver eluso o tentato di eludere i controlli, e ancora se si rifiuta di consegnare il passaporto o non presenti una garanzia finanziaria da 2.500 a 5mila euro.
In questo caso infatti, il questore di Agrigento aveva firmato per i migranti sbarcati in Sicilia un provvedimento di trattenimento per la procedura accelerata da svolgersi in frontiera. Questo però non è bastato a fermare le due gip di Guarnotta della sezione Protezione Internazionale, che hanno deciso per il rilascio. Siamo di fronte all’ennesimo caso, che ricorda la vicenda di Iolanda Apostolico, la gip catanese che aveva liberato quattro migranti di fatto, andando contro le regole. Porto Empedocle infatti, è solo il più recente, si contano negli ultimi due anni, 22 episodi analoghi.
“Uno spiacevole déjà-vu”, ha commentato il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti, riferendosi alla notizia dei giudici siciliani che avevano accolto diversi ricorsi di extracomunitari espulsi.
Nel frattempo, dopo le polemiche sul caso Apostolico, il Governo aveva ritoccato la cifra richiesta per la cauzione, portandola da 2.500 a 5.000 euro, ma questo non ha contribuito ad un esito diverso: le due gip palermitane, Eleonora Bruno e Sara Marino non hanno ritenuto che ci fossero le condizioni per decidere sul trattenimento dei cittadini Nordafricani, sottolineando come “la mancata consegna del passaporto o la mancata prestazione della garanzia rappresentano sì dei presupposti che legittimano l’adozione della misura, ma non sono da soli sufficienti a giustificarla’’. Peccato però, che il regolamento preveda per il rilascio, che il migrante sia in possesso di un documento.