La mozione al governo Draghi per il rinvio della privatizzazione di MPS è il primo atto dell’opposizione patriottica promessa da FdI

Il rinvio della privatizzazione di Monte dei Paschi di Siena è la prima mozione che Fratelli d’Italia rivolgerà al governo Draghi. Fin dal primo incontro con il presidente incaricato, Giorgia Meloni è stata molto chiara sul tipo di opposizione che FdI intende fare e sul ruolo che svolgerà in Parlamento. Un’opposizione patriottica improntata sull’individuazione dei temi fondamentali che riguardano il Paese, tra i quali spicca sicuramente la tutela dalle aggressioni esterne dei nostri principali asset economici.

Scongiurare scalate ostili da parte della finanza straniera è l’obiettivo dichiarato di FdI e la mozione presentata oggi, in conferenza stampa al Senato, è il primo atto concreto di una serie di iniziative volte a difendere gli interessi nazionali, così come chiarito dal capogruppo FdI al Senato, Luca Ciriani, durante il suo intervento: “oggi si pone un problema specifico, nei contenuti e nella forma, a dimostrazione che FdI è una forza propositiva anche dall’opposizione. Vogliamo riaccendere i riflettori su Mps e sull’intreccio fra politica di sinistra e il sistema finanziario perché la nostra non è un’opposizione sterile e preconcetta ma che guarda alla sostanza dei problemi dell’Italia in modo patriottico”.

Secondo il senatore toscano di Fratelli d’Italia, Patrizio La Pietra, “oggi ci troviamo nella condizione di sollecitare il governo su un problema che riguarda da vicino il territorio della nostra regione ma che rappresenta il primo atto che FdI rivolge al nascituro governo Draghi. Un problema, quello della privatizzazione di Mps, di cui intendiamo chiedere con la nostra mozione un rinvio alla Commissione Europea e che dimostra come siamo intenzionati a fare un’opposizione costruttiva in favore del nostro Paese”.

Concetto rimarcato dall’assessore comunale di Siena di FdI Francesco Michelotti, per il quale “Mps rappresenta per Siena l’indotto di impiego maggiore, con 2600 dipendenti fra città e provincia e 2800 dipendenti nel resto della regione. Una banca storica lasciata in balìa delle manovre ombrose del Pd che l’hanno portatat al coillasso costringendo lo Stato alla sua ricapitalizzazione a spese dei contribuenti, cosa che noi intendiamo oggi evitare che accada di nuovo”.

“La ricapitalizzazione di Mps – sottolinea il senatore di FdI Adolfo Urso – è costata 5,4 miliardi di euro e la prospettiva è quella di una nuova ricapitalizzazione per 10 miliardi di euro. E’ un’ipotesi a cui noi ci opponiamo, siamo per la privatizzazione della banca ma vogliamo che sia rinviata fino a quando non vi saranno condizioni di mercato migliori e dopo che Mps avrà iniziato la sua opera di risanamento. Oggi come oggi una privatizzazione si espone a rischi di manovre ostili di scalata da parte della finanza straniera, in particolare quella francese, e non vogliamo nemmeno sottoscrivere l’altra ipotesi caldeggiata dal M5S che auspica la trasformazione di Mps in banca pubblica. La situazione cui ci troviamo di fronte oggi è frutto delle operazioni della ‘ditta’ Padoan, D’Alema Fassino, con Padoan che è diventato presidente di Unicredit”.

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