Casa: è il luogo dove siamo protetti, al sicuro. È il luogo della libertà, della serenità, della pace.
Casa non sono solamente le quattro mura che ci circondano e ci accolgono al termine della giornata. Casa è la nostra terra, la nostra patria, la nostra storia.
Casa è Italia, è Europa.
In queste ultime ore la nostra casa è stata messa letteralmente sotto assedio, ricevendo duri colpi inferti in nome dell’odio e della violenza. La morte è arrivata per mano di un fanatico estremista islamico, ancora una volta, che ha trafitto il cuore d’Europa e che ha spento le vite di due persone senza una reale giustificazione che possa portare sollievo alle famiglie, ai parenti e agli amici delle vittime.
È piombato di nuovo il terrore. Un terrore che speravamo di aver sconfitto da qualche tempo, ma che improvvisamente sembra aver preso di nuovo piede e che ha tutta l’aria di seguire le orme delle azioni di qualche anno fa, replicando i numerosi attentati che colpirono l’Occidente dalle Torri gemelle alle metro di Londra e Madrid, dal Bataclan a Charlie Hebdo.
Il terrore e l’odio vengono seminati attraverso l’Europa senza alcun controllo, in nome di un estremismo e un integralismo che in realtà sono ben lontani da qualsiasi precetto religioso.
È stato così per il terrorista jihadista di origini tunisine nell’assassino di Bruxelles di poche ore fa. È stato così per l’ennesimo omicidio di un’insegnante in Francia. Ed è così anche per i due egiziani arrestati a Milano accusati di attività con finalità terroristiche e minacce violente nei confronti del premier Giorgia Meloni e per il tunisino che ieri pomeriggio è stato fermato dagli agenti della polizia mentre si aggirava a Torino armato di coltello e urlando frasi sconclusionate al grido di Allah akhbar.
Gli episodi in Italia, che fino ad oggi era rimasta esclusa, confermano come il fenomeno terroristico abbia assunto nuove forme, riuscendo a trasformarsi, ad adattarsi e a diffondersi sempre di più, permeando drammaticamente all’interno della nostra stessa società in maniera più occulta e dunque più pericolosa.
Contro l’estremismo islamico e contro l’azione delle frange radicali dell’Islam in Europa è necessaria un’azione forte. Partendo prima di tutto dal contrasto all’immigrazione illegale, che oggi più che mai deve essere una priorità, perché è forse la soluzione più efficace in grado di bloccare questo incessante e inarrestabile scia di odio, violenza e morte.
È necessario rafforzare i dispositivi di sorveglianza e controllo da parte delle forze dell’ordine, in tutti i luoghi considerati sensibili e non solo, esattamente come si sta facendo ora.
Ma ciò non basta se a tutto questo non si affianca una seria e puntuale azione di rafforzamento dei controlli, che devono anche avere una natura ‘sociale, in modo da riconoscere tempestivamente il radicalismo islamico, estirpandolo ed eliminandolo una volta per tutto.
Il terrorismo, e di conseguenza l’integralismo religioso musulmano, rappresentano un problema troppo a lungo sottovalutato, che non solo ha creato una situazione di profonda instabilità e precarietà a Gaza, ma che sta colpendo anche tante città d’Europa proprio in questi giorni.
Queste sono nient’altro che forme di odio, che non possono più essere accettate o giustificate, ma che vanno affrontate in maniera strutturale, ponendo fine una volta per tutte alla loro nascita e alla loro ramificazione.
Occorre restituire la libertà alla nostra casa, prima che sia troppo tardi e che non rimangano che pochi brandelli di ciò che è stato faticosamente costruito nel corso della storia.