La politica estera è un problema per il campo largo 

Le opposizioni, in particolare il Partito Democratico e quell’insieme di addetti alla informazione vicini al Nazareno, visto che la costruzione di un’alternativa al centrodestra a trazione meloniana si sta rivelando piuttosto difficoltosa, sperano, un giorno sì e l’altro pure, in un qualche litigio insanabile fra i principali leader del Governo, magari fra Antonio Tajani e Matteo Salvini oppure fra quest’ultimo e la premier Giorgia Meloni. Confidano di tornare nella stanza dei bottoni non per loro meriti, davvero introvabili, ma per demeriti altrui, e fanno circolare dei retroscena riguardanti divisioni interne all’esecutivo per nulla attinenti alla realtà. In merito alla polemica agostana sullo Ius scholae, il ministro degli Esteri e leader di Forza Italia Antonio Tajani ha assicurato che tale questione non è prioritaria e soprattutto non determina la vita o la morte del Governo, quindi, gli spacciatori di fake news si sono dovuti inventare altro. Alla ripresa dei lavori, dopo la pausa estiva, qualcuno ha voluto alimentare un sedicente giallo, ovvero, il presunto documento della Lega in cui il Carroccio avrebbe provato a smarcarsi dalla posizione ufficiale italiana sulla guerra in Ucraina e sugli aiuti a Kiev; un testo poi nascosto in fretta e furia. Anche in questo caso i mestatori di notizie inventate hanno prodotto un buco nell’acqua e contano i fatti fra i quali notiamo la periodica compattezza del Governo ogni volta in cui si tratta di votare per il rinnovo dell’appoggio militare ed economico all’Ucraina. Al Forum Ambrosetti di Cernobbio Giorgia Meloni ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky al quale ha garantito la prosecuzione del supporto italiano sino al raggiungimento di una pace giusta, rappresentando non solo sé stessa, ma tutti gli alleati della maggioranza. Però, le sinistre sono come la pettegola del paese, che ha sempre qualcosa da raccontare circa i figli e i mariti altrui, ma ignora quanto succede a casa sua. Invece, gli attori e le comparse del cosiddetto campo largo, anziché denunciare beghe inesistenti nel lato destro della politica, farebbero bene a guardare a ciò che capita all’interno delle loro mura domestiche. Lì la situazione non è delle più rosee e una dimostrazione in tal senso è stata offerta dai capi del centrosinistra nella giornata a loro dedicata in seno al Forum Ambrosetti. A Cernobbio sono intervenuti Carlo Calenda, Giuseppe Conte ed Elly Schlein. Il primo ha dimostrato ancora una volta di volere viaggiare in sostanziale autonomia, non risparmiando critiche verso un certo massimalismo di PD e M5S e riconoscendo persino, con una obiettività apprezzabile, alcuni risultati positivi e indiscutibili raggiunti dal Governo Meloni, (PIL e occupazione). Il secondo ha ribadito una linea di politica estera molto diversa da quella degli alleati o potenzialmente tali, rivendicando la propria contrarietà, già nota da tempo, all’invio di aiuti italiani e occidentali all’Ucraina. Conte è ormai un leader in bilico, ma se il Movimento 5 Stelle dovesse tornare completamente nelle mani dell’elevato o “sopraelevato” Beppe Grillo, le posizioni pentastellate in politica estera comunque non cambierebbero ed anzi, forse diventerebbero ancora più anti-occidentali. La terza, infine, vuole costituire una piattaforma condivisa delle opposizioni per preparare un’alternativa di governo, ma non vede o fa finta di non vedere gli enormi ostacoli che bisogna superare al fine di arrivare ad una visione comune delle minoranze di centrosinistra. Calenda pare inseguire ancora il disegno di un centro autonomo e Matteo Renzi vorrebbe invece infilarsi nel costituendo campo largo, ma viene letteralmente schifato da Giuseppe Conte. Il capo pentastellato, dal canto suo, si smarca da tutti con una impostazione internazionale che non è pro-Occidente, ed Elly Schlein non può pensare di ambire a governare l’Italia con una coalizione alle spalle caratterizzata da due o tre linee di politica estera. 

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Roberto Penna
Roberto Penna
Roberto Penna nasce a Bra, Cn, il 13 gennaio 1975. Vive e lavora tuttora in Piemonte. Per passione ama analizzare i fatti di politica nazionale e internazionale da un punto di vista conservatore.

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