La possibile imboscata giudiziaria ai danni di Arianna Meloni non è stata una boutade agostana

Qualcuno a sinistra, non potendo, come tutto lo schieramento politico di cui fa parte, criticare il Governo Meloni e i partiti che lo sorreggono con argomenti e contenuti seri, si aggrappa a insinuazioni poco nobili e in questi giorni ha avuto modo di domandarsi come mai la destra non parli più del complotto giudiziario forse orchestrato ai danni di Arianna Meloni, sorella del Presidente del Consiglio. La destra ha fatto un po’ di rumore a fine agosto, continua sempre questo qualcuno, ma ora la questione è completamente sparita e chissà perché.

Intanto, la premier, i ministri dell’esecutivo e Fratelli d’Italia hanno fatto poco o nulla a tal proposito e l’allarme circa un possibile asse fra settori della politica, determinati giornali e alcune fazioni politicizzate, le solite, della magistratura, che sarebbe pronto ad avviare indagini, per una pretesa influenza circa le nomine in aziende di Stato, a carico di Arianna Meloni, con l’evidente fine di colpire il Governo, è stato lanciato da Il Giornale e dal suo direttore Alessandro Sallusti. La diretta interessata, Arianna Meloni, non ha neppure rilasciato dichiarazioni e vi sono state le reazioni della premier e di alcuni esponenti di FdI come Giovanni Donzelli ed altri.

Questi ultimi cosa dovevano fare, stare zitti ed ignorare un avvertimento così inquietante? Sallusti è un giornalista che in tante altre circostanze del passato più o meno recente ha dimostrato di vedere i fatti prima dei suoi colleghi, quindi, ciò che ha scritto a riguardo dei rischi che corre la sorella di Giorgia Meloni, non è stato un qualcosa buttato lì, tanto per vedere l’effetto che fa. Inoltre, l’Italia ha purtroppo una lunga storia, da Tangentopoli sino ai giorni nostri, caratterizzata dall’uso politico della Giustizia e perciò, la preoccupante segnalazione de Il Giornale doveva e deve ancora essere presa sul serio. Tutto questo genera inevitabile turbamento, ma sorprende solo fino ad un certo punto.

Il Governo Meloni è saldo e il suo lavoro produce risultati positivi, mantenendo ed accrescendo la popolarità della premier, la quale continua a rappresentare un avversario difficile da sconfiggere sul piano elettorale, quindi, non si può escludere che una parte di Italia, quella delle sinistre e di taluni poteri collaterali a PD e soci, abituata a prevalere anche con mezzi, diciamo così, discutibili, sia perlomeno tentata dall’attaccare Giorgia Meloni, che non ha aziende e grandi patrimoni, colpendo i suoi affetti più cari. Da Fratelli d’Italia ci si è limitati a sottolineare la gravità dei sospetti esposti da Alessandro Sallusti, che, se confermati, racconterebbero uno scenario sinistro.

Il dovere è stato quello di avvisare la Nazione di fronte ad un possibile ed ennesimo inquinamento politico-giudiziario, poi, è chiaro che la premier Meloni e la classe dirigente di Fratelli d’Italia non possano e non vogliano parlare ogni giorno di questo, anche perché hanno la responsabilità, prima di tutto, di governare l’Italia. In ogni caso, la discussione scaturita dall’editoriale di Sallusti non è stata un passatempo da spiaggia e non è nemmeno stata congegnata per sviare l’attenzione dell’opinione pubblica e magari nascondere altri problemi.

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Roberto Penna
Roberto Penna
Roberto Penna nasce a Bra, Cn, il 13 gennaio 1975. Vive e lavora tuttora in Piemonte. Per passione ama analizzare i fatti di politica nazionale e internazionale da un punto di vista conservatore.

1 commento

  1. Il direttore Sallusti ha fatto bene a sollevare il caso perché qualcosa di vero in tutta questa assurda vicenda c’è sicuramente non potendo attaccare direttamente il presidente del consiglio si cerca di fare terra bruciata intorno colpendo quelli a lei più vicino.

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