La retorica dell’“erede di Francesco”: una narrazione che non regge

C’è qualcosa di grottesco, e insieme profondamente rivelatore, nella rincorsa affannosa con cui il mainstream mediatico – italiano e internazionale – si è gettato sull’elezione di Papa Leone XIV per trovare, a ogni costo, elementi di continuità con il pontificato di Jorge Mario Bergoglio. Un esercizio retorico che dice più delle ansie di chi scrive che del nuovo Papa. E che, se analizzato con lucidità, rivela l’esatto contrario di ciò che pretende di dimostrare.

Il lessico dell’auto-consolazione

Dal “nuovo Papa sulla linea di Francesco” al “successore dello stile bergogliano”, passando per il più vago “in continuità con l’eredità di Bergoglio”: la scelta lessicale è già di per sé un’ammissione. Si tratta di formule apotropaiche, invocazioni di rassicurazione lanciate al cielo laico dell’opinione pubblica. Non c’è analisi, solo proiezione. Non c’è lettura, solo bisogno ideologico.

Il dato reale: la discontinuità è nei fatti

Il simbolismo liturgico è eloquente. Leone XIV ha indossato mozzetta rossa, croce dorata, stola ricamata. Ha ripreso i paramenti che Francesco nel 2013 aveva espressamente rifiutato, scegliendo una sobrietà “anticuriale” che parlava più di sociologia che di liturgia. Leone XIV ha invece parlato il linguaggio visivo della Chiesa universale, non quello del “vescovo di Roma” vicino al popolo. Il suo saluto iniziale – “La pace sia con tutti voi” – affonda nelle formule sacramentali, non nelle battute da balcone. Nessun “buonasera”. Nessun sorriso televisivo.

Persino il calendario ha voluto sottolineare la discontinuità: l’elezione è avvenuta l’8 maggio, giorno della Madonna di Pompei e di San Michele Arcangelo. Due figure care al mondo cattolico tradizionale, e praticamente assenti nella narrazione bergogliana.

Un profilo lontano da Santa Marta

Anche il percorso ecclesiastico racconta un’altra storia. Robert Francis Prevost è un agostiniano, non un gesuita. Ha vissuto in missione in Perù, ma ha diretto il Dicastero per i Vescovi con disciplina e metodo. Ha formato il clero, non solo accompagnato “le periferie”. La sua cultura non è quella del “tempo superiore allo spazio”, ma della responsabilità pastorale.

Eppure, si insiste a presentarlo come “riformista”, “in linea con Francesco”, “continuatore del cammino”. Ma quale cammino? Il pontificato di Bergoglio si è distinto proprio per il rifiuto del cerimoniale, per un linguaggio populista, per l’ambiguità teologica spinta al parossismo. Tutto questo non appartiene a Leone XIV, almeno finora.

Una paura: il ritorno dell’autorità

Il sospetto è che questa ansia di continuità sia, in realtà, il sintomo di un’altra paura: il ritorno dell’autorità. Il timore che Leone XIV non si limiti a “camminare con il popolo”, ma torni a indicare una via. Che non si limiti ad accogliere, ma osi anche correggere. Che non rinunci al giudizio, in nome della carità.

Il recupero del linguaggio liturgico, l’attenzione alla tradizione, la deferenza verso il pontificato di Benedetto XVI sono segnali che inquietano un sistema mediatico abituato a un Papa che sembrava fatto a misura di redazione. E allora si inventano somiglianze. Si riscrivono biografie. Si occultano differenze. Tutto pur di non riconoscere l’evidenza: la stagione aperta nel 2013 potrebbe essere arrivata al suo tramonto.

Il tempo della verità

Spetterà ora a Papa Leone XIV chiarire, con gesti e parole, la sua visione della Chiesa. Ma il dato iniziale è già evidente: non si è presentato come “uno di noi”, ma come guida. Non ha sorriso al mondo, ma lo ha benedetto. E questo basta per dire che siamo davanti a un nuovo capitolo, non a una postilla.

La retorica della continuità è un riflesso pavloviano. Ma come ogni automatismo, rivela l’assenza di pensiero. È tempo di smettere di cercare cloni e cominciare ad ascoltare chi è davvero davanti a noi.

Resta aggiornato

Invalid email address
Promettiamo di non inviarvi spam. È possibile annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.
Leo Valerio Paggi
Leo Valerio Paggi
Leo Valerio Paggi per La Voce del Patriota.

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Leggi anche

Articoli correlati