Il Presidente russo, Vladimir Putin, da poco rieletto alla guida del Cremlino, ha decretato il nuovo protocollo di reclutamento per i giovani russi dai 18 ai 30 anni.
L’obiettivo è quello di arruolare 150.000 persone tra Aprile e Luglio: la mossa potrebbe essere ora interpretata come un’effettiva mancanza di personale militare, da parte dell’esercito russo.
Tuttavia, gli intenti di Putin in realtà sarebbero quelli di lanciare un altro potente attacco durante questi mesi, al fine di mettere in ginocchio l’Ucraina: d’altronde la prima opzione sarebbe quasi da scartare, anche considerando i congedi che verranno forniti a tutti i militari russi che abbiano già concluso il proprio periodo di leva.
Secondo le indagini condotte dalla Russia, in merito alla terribile vicenda che ha coinvolto la popolazione al Crocus city Hall di Mosca, la responsabilità dell’attacco terroristico subito sarebbe dell’Ucraina: il Ministero degli Affari esteri russo ha chiesto addirittura di estradare il capo degli 007 ucraini, Vasyl Malyuk.
Le indagini, anche considerando lo scenario bellico attuale, sembrerebbero piuttosto una strategia del Governo russo per legittimare un pesante attacco in territorio ucraino.
Un’accusa che però non sembra convincere i partner occidentali dell’Ucraina, da sempre schierati nella lotta contro il terrorismo e contro l’invasione del “Granaio d’Europa”.
Ancora nessuno sviluppo per quanto riguarda i fondi da trasferire allo stato ucraino da parte degli USA, che ancora non riescono a trovare un accordo interno per una soluzione comune.
Tuttavia l’Ucraina sembra avere un’arma piuttosto consistente per difendersi dall’invasione russa: si tratta dei droni a lungo raggio ed alcuni di questi sono stati modificati con sistemi di AI. Questi nuovi strumenti serviranno per colpire in profondità gli obiettivi russi, rispondendo così al fuoco nemico.
Alcuni sostengono che la resa dell’Ucraina sia ormai inevitabile e sempre più vicina, sebbene i fattori da tenere in considerazione siano effettivamente molteplici, a partire proprio dal supporto degli alleati.
Soltanto l’epilogo del conflitto potrà dare un responso chiaro, le analisi sono da sempre legittime, ma bisognerà fare i conti con le scelte militari e con molti altri fattori in gioco.