La sinistra barcolla in tutta Europa: il Governo Meloni è un modello di stabilità e di credibilità

Il Governo Meloni, in questo momento storico, appare come il migliore esempio di stabilità in tutta Europa, di fronte a una sinistra che, non solo qui in Italia, si divide ed esce dalle elezioni con le ossa rotte.

I socialisti tedeschi affossati dal voto

Con le elezioni in Turingia e Sassonia, sono arrivati altri segnali fortissimi per il cancelliere Scholz: il partito AfD, appartenente all’area dell’ultra-destra, ha raggiunto “risultati amari” secondo il socialista, arrivando ad essere nelle due Regioni rispettivamente il primo e il secondo partito con un consenso che si aggira al 30%. Il malcontento in Germania è molto elevato e lo si è visto con l’attentato di Soligen: il governo tedesco è parso incapace di mettere in atto una risposta agli ingressi incontrollati e all’odio anti-occidentale che molti fondamentalisti travestiti da migranti covano. Tanto da costringere Scholz a fare qualche passo indietro e a promettere una linea più dura su espulsioni e rimpatri, ma a quanto pare le promesse non vengono ascoltate se la credibilità è bassa.

Crolla la grandeur francese

In Francia le cose per la sinistra non vanno meglio: Macron, con un colpo di coda simile a quella degli imperatori romani, aveva intenzione di rilanciare l’immagine sua e della sua Parigi tramite i Giochi Olimpici, una manifestazione organizzata con l’idea di celebrare la grandezza – pardon la grandeur – francese, ma che agli occhi del pubblico internazionale è parsa soltanto come una presa in giro nei confronti dei valori su cui si basa l’Occidente, tra le grasse risate di chi, nemico dell’Alleanza atlantica, vede la nostra cultura e la nostra credibilità afflosciarsi sotto i colpi del mondo woke. In più, a Macron arrivano batoste su tutti i fronti, perché in quel caos infernale che è diventata la politica francese, dalla quale, nonostante la sconfitta elettorale, Macron non sembra intenzionato a scollarsi, Jean-Luc Mélenchon, leader della sinistra francese, ha incolpato il presidente di non aver incaricato uno dei suoi per formare il governo, che da mesi attende una sua configurazione definitiva. La minaccia è quella di proporre la destituzione di Macron dall’Eliseo.

Il dietrofront di Sanchez

In Spagna, poi, la situazione è similmente catastrofica: anche lì, come successo platealmente in Francia, un accordo più elettorale che politico ha costretto una destra in vantaggio a restare all’opposizione. L’accordo è tra i socialisti di Pedro Sanchez e altre forze, tra cui gli indipendentisti catalani, con la promessa dell’amnistia per Puigdemont e di un referendum sull’autodeterminazione. Il tutto per sette miseri voti. E anche Sanchez, come Scholz, è costretto a fare dietrofront sulle sue politiche per cercare di contrastare il malcontento dei cittadini, che si sta facendo via via più forte: la penisola iberica è invasa da migranti e le morti in mare sono aumentate vertiginosamente. Ora il presidente spagnolo promette il pugno duro contro i trafficanti di esseri umani.

Coesione, stabilità, credibilità

In questo contesto, al di là di quanto la sinistra italiana (che forse se la passa peggio in quanto a divisioni) tenti di descrivere la maggioranza come spaccata, cosa le farebbe comodo in realtà, il centrodestra è estraneo a certe dinamiche e il Governo Meloni è l’unico realmente coeso in tutta Europa, capace di esportare i confini nazionali modelli che, come quello sull’immigrazione, vengono poi ripresi da esponenti politici che avevano fino a quel momento ideologicamente avversato lo stesso modus operandi che ora si ritrovano giocoforza a seguire. Stabilità e credibilità sono le due caratteristiche principali di questo governo, la leadership di Giorgia Meloni fa invidia ai grandi leader europei. La coesione è l’arma più forte contro i detrattori.

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