La vicenda di De Luca che offende Giorgia Meloni sta raggiungendo un livello surreale, quasi kafkiano. Un’istituzione locale che offende pesantemente, sul livello personale, il Presidente del Consiglio, la quarta carica dello Stato, e i componenti del suo governo nel silenzio connivente del proprio partito che non prende le distanze. Ma che, anzi, lo difende. È il paradossale epilogo della polemica sullo “Str**za!” urlato dal presidente campano De Luca a Giorgia Meloni durante la sua manifestazione contro l’autonomia differenziata. Un insulto personale arrivato a culmine di un climax di offese che dura da mesi e intensificato negli ultimi giorni. Tuttavia, per la sinistra e per il PD, De Luca non dovrebbe scusarsi ma anzi ricevere pure delle scuse. Surreale, appunto.
Inizia Chiara Valerio, scrittrice, secondo la quale De Luca stava parlando “con gli amici” e si sa, il suo linguaggio “ha un gergo colorito”; va scusato quindi, perché lui, in fondo, è fatto così: il suo unico errore è non essere rimasto lontano dalle telecamere. Su questa falsariga Alessandra Sardoni, giornalista, che si scaglia su chi ha registrato il video perché in Transatlantico è proibito fare filmati. E mentre a La7 si consumava questo teatrino, su Rete4 si faceva di peggio: Ginevra Bompiani, scrittrice, prima ripropone le tesi delle colleghe, poi racconta che De Luca “se ne è scusato” (ma non è vero) e infine gira la frittata, dichiarando che è De Luca a dover ricevere delle scuse perché non accolto dal governo. E ancora a difesa del nuovo Masaniello un politico (del PD, ovviamente), Pierfrancesco Majorino, già europarlamentare e candidato presidente alla Regione Lombardia: anche per lui De Luca ha già chiesto scusa.
L’acme è arrivato però ieri, quando sui social inizia a circolare un video di Elly Schlein a cui viene chiesto di esprimersi proprio su questo argomento. Dopo giorni interminabili di silenzio, finalmente si propone per Elly l’occasione giusta per esprimere solidarietà al Presidente del Consiglio offeso, alle forze dell’ordine attaccate e per prendere le distanze dal comportamento irrispettoso di una delle figure di spicco del suo partito. Ma l’italo-svizzera preferisce glissare, ben due volte. “Ho già risposto sull’autonomia differenziata” dice con una bella faccia di bronzo, come se a lei importasse solo il merito della questione, come se quell’insulto rivolto a un’alta carica dello Stato non fosse abbastanza importante per essere affrontata e per meritare la sua attenzione. E al di là della massima mancanza di rispetto delle Istituzioni a cui si è deliberatamente unita, sorge una domanda: Schlein non era femminista? Non voleva creare un partito di donne per le donne? E allora dov’è finito quel femminismo quando De Luca ha insultato il premier? Esistono donne di serie A e di serie B? Forse provenire da un partito che è contro a certe derive ideologiche e preferire l’articolo maschile davanti alla propria carica, rendono Giorgia Meloni meno donna, non meritevole di tutela? La solita ipocrisia di una sinistra che è democratica e perbenista solo con i suoi compagni.