La sinistra e l’amore per le tasse: i Comuni PD incassano più di tutti dalle multe stradali

Si sa, la sinistra ama le tasse. Ama tassare e far gravare sui cittadini tutto il peso delle imposte. Pare che più sono alte, meglio è. Oppure che più ne sono, meglio è. Lo dimostra ogni volta che un suo esponente proprio non riesce più a trattenersi ed è costretto a dirlo: “Dobbiamo introdurre una patrimoniale per tassare i più ricchi, così risolviamo il debito pubblico”. Certo, a conti fatti prelevare dalle tasche dei cittadini tutte le loro ricchezze porterebbe l’azzeramento del debito. Ma poi come mangiamo? Meglio, piuttosto, smetterla di prevedere una tassazione così gravosa, in modo da incentivare il contribuente a pagare le tasse, o all’evasore di rientrare, e favorire la crescita e il benessere. Questo, forse, è la più grande differenza odierna tra destra e sinistra. Tuttavia la sinistra, non solo non si è accorta che il vizietto della tassazione non porta veramente al risanamento dei conti pubblici, ma blocca sviluppo, iniziativa di impresa e soprattutto la fiducia dei cittadini verso lo Stato. Non importa tutto ciò: la sinistra, ingabbiata nelle sue convinzioni che potremmo definire post-marxiste, tenta continuamente di mettere le mani nelle tasche degli italiani. Come in balia di una tentazione, di un peccato originale che porta a commettere sempre gli stessi errori. Ci prova in tutti i modi possibili: partendo dalla quasi criminalizzazione delle partite Iva, continuamente perseguitate e considerate non come fecondi produttori di ricchezza ma soltanto come possibili evasori. O con il metodo delle multe stradali, che permettono alle amministrazioni comunali di racimolare qualche soldo in più, un extra non contabilizzato che fa comodo alle Giunte, soprattutto a quelle più spendaccione e pasticciate, che in questo modo possono rimediare al proprio malgoverno.

1,5 miliardi dalle multe: conducono i Comuni dem

Quando poi alla strategia del multare si aggiungono le derive green ed ecologiste, la situazione si complica. A danno, ovviamente, del cittadino, e non certo dell’amministrazione, che dietro alla scusa del “salviamo la Terra” può celare quel suo piccolo business, giusto per arrotondare. Un business che, nel complesso, permettere alle Giunte di guadagnare in anno più di 1,5 miliardi di euro. Questo, infatti, il dato su quanto hanno incassato i vari comuni grazie alle sanzioni per violazioni delle norme del Codice della Strada a carico delle famiglie. Dato svelato da Facile.it, sulla base del Siope, il sistema informativo delle operazioni degli enti pubblici, con numeri aggiornati allo scorso 15 febbraio. Risulta, dalle ricerche di Facile.it, che i comuni che hanno incassato di più nel 2023 dalle multe sono stati proprio quelli che si pongono come obiettivo l’adesione alle teorie ecologiste. I primi quattro comuni, in particolare, sono tutti a guida dem. E che caso…

147 milioni per Milano, Firenze prima per multe pro-capite

Milano, Roma, Firenze, Torino. Al primo posto c’è il capoluogo lombardo: l’amministrazione Sala, oltre a vedere spettri fascisti alla Scala e a vietare che statue divisive e pericolose per l’ordine pubblico come quella di una madre che allatta il proprio bambino potessero essere esposte per strada, ha incassato nel corso del 2023 più di 147 milioni di euro. Secondi i cittadini della Capitale, che hanno dovuto sborsare in favore della Giunta guidata da Roberto Gualtieri 138 milioni di euro. Terza Firenze, staccata di parecchio: il danno raggiunge i 71 milioni di euro. Ma per la città, patria del Rinascimento, c’è un primato che inorgoglisce la Giunta Nardella: Firenze è la prima città per valore pro capite delle multe. Vale a dire che ogni cittadino fiorentino ha versato in media al proprio Comune di residenza un regalino di 198 euro a testa. Ai piedi del podio tra le città più “indisciplinate” al volante (mettiamola così…) c’è Torino, che ha totalizzato 54 milioni di euro. Soldi che i torinesi, probabilmente, non sono stati molto contenti di spendere, visto che il capoluogo piemontese è primo tra le città più trafficate d’Italia.

Derive green e multe elevate: connubio imperfetto

Insomma, non solo i cittadini sono costretti a sottostare alle derive green dell’amministrazione di turno, non solo devono avere a che fare con prezzi delle soste elevatissimi e di posti auto (soprattutto quelli a strisce bianche) totalmente introvabili nei centri città, con limiti di velocità inverosimili, manti stradali il più delle volte deteriorati e segnaletica stradale carente. Ora, gli italiani devono pure subire la politica “espansiva” delle proprie amministrazioni dem. Tra le prime dieci città con gli incassi più alti derivanti dalle sanzioni, solo due sono governate dal centrodestra. E il dato più preoccupante che il valore complessivo delle multe a livello nazionale è stato registrato in aumento: +6,4% sul 2022.

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