La sinistra le prova tutte, ma il futuro appartiene ai patrioti

Tre giorni fa, qui su La Voce del Patriota, riflettevo sull’importanza di sostenere Giorgia Meloni nella sua sfida cruciale per il futuro dell’Italia, e oggi mi trovo costretto a confermare una vecchia regola andreottiana: «a pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca.» L’accordo tra Italia e Albania, che ha ottenuto il plauso di mezza Europa come soluzione innovativa per gestire l’immigrazione, è stato subito attaccato dalla sinistra italiana, la quale ha chiesto all’Unione Europea di aprire una procedura di infrazione contro l’Italia. Sì, avete capito bene: contro il loro stesso Paese. Questo dimostra ancora una volta come, pur di danneggiare Giorgia Meloni, certi politici siano disposti a sacrificare gli interessi nazionali.

La sinistra, con la sua ossessione ideologica, non solo attacca il Presidente del Consiglio, ma tutto ciò che rappresenta: identità, sovranità e valori. L’attacco contro l’accordo con l’Albania non è che l’ultimo di una lunga serie di tentativi di delegittimare un governo democraticamente eletto e sostenuto dalla maggioranza degli italiani. Ancora una volta, vediamo gli eredi del comunismo rifiutare l’idea stessa di nazione, odiando chiunque osi difenderla, a partire da Giorgia Meloni e dai suoi sostenitori.

Questo atteggiamento non si limita all’Italia. È lo stesso schema che vediamo all’opera negli Stati Uniti contro Donald Trump e in tutto il resto dell’Occidente. La sinistra globalista, a tutte le latitudini, non tollera chi difende la propria patria e si batte per preservare l’identità nazionale. In ogni occasione, preferiscono rivolgersi a poteri esterni per colpire chi non si conforma al loro pensiero.

Come se non bastasse, è arrivata la decisione del Tribunale di Roma di non convalidare il trattenimento dei migranti trasferiti in Albania bloccando, così, una politica che avrebbe aiutato l’Italia a gestire in modo più efficace i flussi migratori. Ancora una volta, vediamo come l’ideologia si inserisca in decisioni che dovrebbero riguardare il benessere e la sicurezza dell’Italia, a conferma del fatto che alcuni settori, compresa una parte della magistratura, si oppongono sistematicamente a qualsiasi riforma che sfidi lo status quo.

Questa dinamica, purtroppo, non sorprende. È l’ennesima dimostrazione di un sistema che resiste a ogni cambiamento, radicato e che non accetta di essere messo in discussione. Come scrivevo tre giorni fa, il Deep State e l’apparato si oppongono alle riforme necessarie a togliere il potere ai partiti per rimetterlo nelle mani del popolo sovrano, e questa vicenda lo conferma. Attaccando l’Italia in Europa, la sinistra non fa il male del Governo, ma di tutti noi italiani.

Ed è proprio su questo punto che dobbiamo riflettere: come possiamo accettare che chi dovrebbe rappresentarci agisca contro di noi? Questa è una battaglia che va ben oltre la politica. Stiamo parlando di un’occasione storica per cambiare radicalmente la nostra Nazione, e non possiamo permetterci di fallire. Giorgia Meloni sta portando avanti un progetto ambizioso, una sfida che richiede il sostegno di tutti noi.

Come disse Donald Trump alla 74ma assemblea delle Nazioni Unite nel 2019: «Il mondo libero deve abbracciare le sue fondamenta nazionali, non deve tentare di cancellarle o sostituirle. Guardandoci intorno, in questo enorme e magnifico pianeta, la verità evidente è che se vuoi la libertà, devi essere orgoglioso del tuo Paese; se vuoi la democrazia, mantieni la tua sovranità; e se vuoi la pace, ama la tua Nazione. I leader saggi mettono sempre il bene del proprio popolo e del proprio Paese al primo posto. Il futuro non appartiene ai globalisti ma ai patrioti, il futuro appartiene a nazioni sovrane e indipendenti che proteggono i loro cittadini, rispettano i loro vicini e onorano le differenze che rendono ogni paese unico e speciale.»

Queste parole risuonano oggi più che mai. Giorgia Meloni, come Donald Trump, rappresenta la difesa della sovranità e dell’identità nazionale contro le forze globaliste che vogliono cancellarle. La sfida che abbiamo davanti è epocale, ma noi dobbiamo essere pronti a sostenerla in ogni modo possibile, al fianco di Giorgia e di tutti i leader che agiscono per un solo interesse: quello del proprio popolo e della propria nazione.

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Alessandro Nardone
Alessandro Nardone
Consulente di marketing digitale, docente alla IATH Academy, è autore di 9 libri. È stato inviato di Vanity Fair alle elezioni USA dopo aver fatto il giro del mondo come Alex Anderson, il candidato fake alle presidenziali americane del 2016.

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