A leggere i giornali progressisti, tra ieri e oggi, Moussa Diarra era il classico bravo ragazzo che è rimasto vittima di un incidente che non meritava. Ma resta da capire cosa ci facesse armato di coltello nei pressi della stazione di Verona Porta Nuova.
Il fatto
Secondo le ricostruzioni della Procura e della Questura, infatti, Diarra era un immigrato maliano di 26 anni che nella mattinata di domenica, intorno alle 5 del mattino, aveva iniziato a scagliarsi contro le vetrine di alcuni negozi, per poi dirigersi verso la Polizia locale aggredendo diversi agenti che sono stati costretti a richiedere l’intervento della Polfer. Qui l’aggressione ai poliziotti e i colpi di arma da fuoco sparati da uno di questi, quando l’uomo era ormai in posizione ravvicinata e, come detto, armato di coltello. Un proiettile lo colpisce al petto, a nulla è servito il massaggio cardiaco di un agente e neppure l’arrivo dell’ambulanza. Una storia orribile come se ne sentono tante. Diversi, in effetti, gli episodi simili nei pressi delle stazioni di tutta Italia. Sempre a Verona, nei giorni scorsi, un algerino aveva lanciato contro i poliziotti un basamento di pietra, mentre un marocchino brandiva in mano una spranga di ferro. Vicende che ci fanno capire che il pericolo sicurezza nelle nostre città è reale e deriva perlopiù da immigrati, quando si tratta di microcriminalità.
“Sembrava indemoniato”, ma la sinistra lo difende
Anche se, a leggere i giornali, il 26enne maliano pare essere un gran bravo ragazzo: era arrivato in Italia viaggiando per l’Algeria, la Libia e poi alla volta di Lampedusa su un barcone. Ha lavorato nei campi, raccontano, con paghe molto basse ed era tornato in Italia dopo essersi trasferito in Francia e in Spagna. Viveva a Verona, in un edificio occupato da altri 40 migranti. Aveva precedenti per spaccio di droga, ed era già noto alle forze dell’ordine. Ma dal racconto del fratello a Repubblica non sembra affatto vero: “Non ci credo. Mai fumato una sigaretta né bevuto”. E poi: “Non stanno parlando di mio fratello. Dove era questo coltello? Lo voglio sapere. Dove sono queste immagini delle telecamere? Fatemele vedere”.
I passanti però dicono tutt’altro: “Sembrava indemoniato, non era contenibile” dicono alcuni, altri lo paragonano ad Adam Kabobo, il “killer del piccone” di Milano. Ma, singolarmente, la Giunta veronese guidata dall’ex calcatore Damiano Tommasi si schiera dalla parte dell’immigrato: “Cercheremo di capire cosa ha reso un ragazzo con un percorso di integrazione avviato una persona aggressiva in quei termini e in quei modi” ha detto Jacopo Buffolo, assessore con delega alle Politiche giovanili. La Giunta è stata tanto solidale con l’immigrato che si è presentata alla manifestazione in sua memoria, dove è avvenuto il fatto: “Partecipiamo – ha detto Tommaso Ferrari, altro assessore con delega alla Transizione ecologica – per esprimere lo sgomento di fronte alla perdita di una vita e per manifestare la ferma condanna alle ignobili reazioni della destra nazionale e locale”.
Ma gli ingressi incontrollati non possono essere la soluzione
Come sempre, la sinistra non vede il vero problema: la morte di un immigrato è una brutta notizia, specie se quella morte poteva essere evitata, e non solo perché Moussa poteva evitare di aggredire chicchessia con un coltello senza neppure un motivo valido. La questione ruota sempre intorno allo stesso problema: siamo sicuri che l’accoglienza illimitata sia la soluzione più adatta? Gli immigrati vengono da noi pagando migliaia di euro, i risparmi delle loro famiglie poverissime, fanno un viaggio di mesi nel deserto e poi ore e ore su di un barchino nell’alto Mediterraneo, ammassati uno sull’altro nelle stive, per arrivare qui in Italia e lavorare, se tutto va per il meglio, sottopagati nei campi da chi sfrutta queste situazioni. E sono inevitabili le ripercussioni psicologiche sui singoli. La sinistra sostiene che, dopo tutto questo, il migrante debba essere accolto, ma ciò non risolverebbe alcun problema: gli scafisti continuerebbero il loro business, il caporalato e mafie avrebbero sempre manodopera, gli immobili verrebbero ancora occupati e le condizioni di vita non sarebbero migliori. Un altro episodio, insomma, che conferma ciò che dovrebbe essere chiaro: l’Occidente, e non certo per sua colpa, non riesce ad accogliere come si dovrebbe tanti migranti a ritmi così serrati. Perché l’accoglienza non può essere quella fin qui offerta dalla sinistra. La morte di Moussa ci ricorda che la vita migliore promessa da chi lucra sull’immigrazione clandestina a chi parte dal proprio villaggio africano, è quasi sempre un’utopia.
Purtroppo, succede sempre, così, le nostre forze dell’ordine, sono tutti i giorni sotto assedio, a fronteggiare manifestazioni e manifestanti, che poco hanno di serio e democratico, nella maggior parte delle volte, vengono insultati, sputati, apostrofati, come fossero dei delinquenti, ma in realtà sono dei padri e madri di famiglia, che per poco, mettono a repentaglio la loro sicurezza, per assicurare la nostra, e la difesa della democrazia, poi quando succede l’irreparabile, allora tutti a favore della vittima, bravo ragazzo, uno che non si è mai sentito, non ha mai spacciato, non ha mai rubato, non ha mai avuto niente sulla fedina penale, un Santo dei nostri giorni, un chierichetto, che tutte le domeniche serviva la Santa Messa, mentre il povero poliziotto, quasi un demone, manganellatore, uno che proibiva di manifestare, uno che dovrebbe andare in galera.
Questi purtroppo sono i risultati, dei fallimenti delle politiche di immigrazione, volute dalla sinistra, senza mai integrare nessuno, e le periferie delle nostre città sono peggio delle banlieue parigine, solo che in Francia, monsieur Macron se ne sta accorgendo, e ha capito che è in ritardo, la situazione gli sta scappando di mano, mentre Herr Olaf Scholz, in Germania, qualcuno gli ha fatto capire che se continua con immigrazione senza controllo, l’estrema destra, rischia, di prendere la maggioranza, e la cancelleria, allora più lungimirante di monsieur Macron, e di Mademoiselle Schlein, ha chiuso le frontiere, mentre noi in Italia, dobbiamo continuare ad accogliere tutti indistintamente, tanto poi ci pensano, i bompensanti di sinistra, ad occuparsene, vedi i ( Fratoianni, Bonelli, Schlein, Renzi, Calenda, Magi, Giannini, Gruber, Vauro, Berlinguer, Damilano, Floris, Prodi, ecc, ecc, tanto e’ vero che molti di questi disperati che sono sbarcati, subito se li sono portati a casa loro, perche’ loro sono buoni, inclusivi, democratici, solidali, li hanno integrati, gli pagano pure le rette degli affitti, la corrente, gli fanno la spesa quotidiana, e poi gli mettono anche qualche centinaio di euro in tasca, sia mai per piccole spese voluttuarie.