La stampa estera teme una crisi bancaria in Italia

A leggere in giro, sulla stampa estera, sembra proprio che le banche italiane siano viste come all’interno di un circolo vizioso mentre lo spread tocca la soglia del pericolo.

Dall’Inghilterra ci percepiscono sull’orlo di una pericolosa crisi bancaria, mentre danno per certa una resa dei conti addirittura “rosso sangue” tra Bruxelles e Roma proprio quando il debito pubblico italiano è al massimo storico.  Si fa notare che il rendimento sul debito decennale italiano sia salito al 3,62% dopo che, come dicono loro, “l’uomo forte della Lega e vice premier” Matteo Salvini, ha promesso di spazzare via l’ordine europeo esistente, definendo tra l’altro Jean Claude Juncker e l’entourage di quest’ultimo nella Commisione come “nemici dell’Europa che sono barricati nel loro bunker di Bruxelles”, magari con qualche bel fiasco di vino al seguito, aggiungiamo noi.

Questi giudizi definiti “furiosi” sempre dalla stampa estera, sarebbero causati dalla “severa” lettera spedita al governo italiano dalla Commissione europea dove si respingevano i piani di spesa in disavanzo e che implicitamente “ordinava” a Roma di tornare al tavolo per rivedere tutta la manovra economica. Si fa inoltre notare che la “diffusione del rischio” sui Bund tedeschi è ormai arrivata alla quota di allarme dopo l’aumento di 45 punti base solo nell’ultima settima e il raggiungimento dei 310 punti.

A causa di tutto ciò ecco, sempre secondo commentatori stranieri,  innescarsi la crisi bancaria, visto che le banche italiane hanno in portafoglio almeno 387 miliardi del debito pubblico nazionale, e subiscono così perdite automatiche da mark-to-market, oltre che una drastica diminuzione degli ammortizzatori approntati. In questo clima, per altro decisamente ostile, le banche possono scegliere di  muoversi in due diverse direzioni, o verso una difficoltosa raccolta di nuovi capitali, o verso il taglio di prestiti e mutui, l’ennesima frenata per l’economia nazionale, sempre più contratta. Inoltre, le banche più vulnerabili perché maggiormente esposte, stanno vendendo rapidamente le loro obbligazioni sovrane per evitare il “rischio di concentrazione”, e tutto questo proprio mentre Moody’s e Standard & Poor’s si preparano a emettere il verdetto di rating sull’Italia nelle prossime settimane.

Ma la situazione economica internazionale, non sembra aver spaventato il governo italiano che, per bocca del vicepremier Luigi Di Maio, ha detto: “Dovrebbe essere molto chiaro per tutti che il governo non si tirerà indietro. Questa è una manovra per riparare in parte le ferite subite dagli italiani, che sono stati ingannati dalle banche.“  Dopo questa esternazione, le azioni delle banche italiane  hanno continuato la loro implacabile scivolata, con Banca Carige e BPM che hanno perso entrambe oltre il 6% mentre Unicredit e Intesa San Paolo segnavano un preoccupante -4%.  E tutto ciò dopo che i possessori di titoli del tesoro italiani avevano perso circa un terzo del valore del loro portafoglio dopo le elezioni del marzo scorso.

Poco importa se in Europa si scandalizzano per la manovra in deficit al 2.4%”, ha detto nel frattempo la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni,ma è molto importante vedere che si fa con il denaro recuperato. Se si tratta di rilanciare davvero l’economia” – ha proseguito – “allora tutto il nostro appoggio al governo, ma se si tratta di varare politiche assistenziali come il reddito di cittadinanza, allora proprio non ci siamo.” Una visione chiara e intelligente.

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RK Montanari
RK Montanarihttps://www.lavocedelpatriota.it
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